La Context Camera a bordo della sonda spaziale Mars Reconnaissance Orbiter della NASA ha identificato , sulla superficie di Marte, altri segni relativi all’impatto al suolo del modulo di ammartaggio del lander Schiaparelli , la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). L’immagine pubblicata dalla NASA mostra un puntino luminoso, ritenuto essere il paracadute del lander, mentre una macchia scura più grande è stata interpretata dai tecnici dell’ente spaziale statunitense come la conseguenza dall’impatto, a seguito della caduta libera a causa dell’imprevisto spegnimento anticipato dei propulsori del modulo. La GIF animata pubblicata da NASA permette inoltre il raffronto tra lo scatto attuale ed uno effettuato dal Mars Reconnaissance Orbiter nel mese di maggio.
La nuova immagine verrà analizzata dai ricercatori USA e da quelli dell’ESA, sfruttando anche i dati trasmessi dal modulo di test durante la discesa, allo scopo di ottenere ulteriori informazioni sulla sequenza degli eventi occorsi durante l’ammartaggio della sonda Schiaparelli. Le coordinate della posizione del punto luminoso identificato come il paracadute del modulo, 353,79 gradi di longitudine est e 2,07 gradi di latitudine sud, si discostano di pochissimo (3,3 miglia, ovvero 5,4 chilometri ad ovest) rispetto al punto centrale dell’area determinata dall’ESA per il punto di ammartaggio. La macchia scura, più grande e di forma ellittica con raggi di circa 50 per 130 piedi (15 per 40 metri) potrebbe rappresentare invece il punto in cui è avvenuto l’impatto. Il lander Schiaparelli era parte della missione ExoMars dell’ESA, che ha posto nell’orbita di Marte, il 19 ottobre, il Trace Gas Orbiter , sonda incaricata di indagare sull’atmosfera del quarto pianeta del Sistema Solare, oltre che di fornire al lander capacità di comunicazione.
Nonostante l’imprevisto schianto del modulo, ESA ha comunicato il proprio entusiasmo per il “successo della missione”, soprattutto in relazione ai dati trasmessi durante la fase di discesa. Certo, facendo un raffronto con le precedenti missioni della NASA, c’è poco da essere entusiasti. In un’intervista a Lettera43 Francesco Tombesi, astrofisico alla NASA e assistant research scientist all’Università del Maryland, evidenzia come il divario tra l’ente spaziale USA e quello europeo sia praticamente incolmabile.
Secondo il ricercatore, non si tratta di un problema scientifico, bensì politico e di conseguenza economico: “Per il 2017 il governo americano metterà a nostra disposizione 19 miliardi di dollari” contro gli appena 6 milardi di euro messi a disposizione per ESA, il che fa della NASA “la più importante agenzia spaziale del mondo”, come sottolinea Tombesi, il quale rassicura che “dal punto di vista scientifico il divario con le agenzia europee, anche con la stessa ASI (quella italiana, ndr), non è tanto evidente”. Il problema è invece nell’assenza di investimenti per tecnologie proprie e navicelle spaziali per astronauti, il che fa sì che ESA debba dipendere dai russi o dagli americani. “Se l’Europa volesse avere autonomia per missioni di astronauti totalmente europee, dovrebbe come minimo raddoppiare il budget a disposizione. E queste sono decisioni più politiche che scientifiche”, chiosa infine Tombesi.
Thomas Zaffino