Christopher C. Kraft, pioniere dell’agenzia spaziale statunitense e direttore di missione duranti molti storici traguardi raggiunti da NASA nel Ventesimo Secolo, ha visto il suo nome celebrato nel nuovo Centro di Controllo di Missione presso il Johnson Space Center . Kraft, 87 anni e una lunga storia alle spalle, ammette: è un peccato che lo Shuttle sia stato messo in museo .
L’ottuagenario consulente aerospaziale è entrato a far parte del team NASA nel 1945, quando l’agenzia spaziale statunitense si chiamava ancora National Advisory Committee for Aeronautics . Per NASA ha poi gestito tutte le missioni del progetto Mercury e molte missioni Gemini , rispettivamente il primo e il secondo programma di volo spaziale con equipaggio umano messo in atto dall’agenzia statunitense.
Sotto la guida di Kraft NASA ha messo il primo astronauta statunitense in volo libero nello spazio (la prima “camminata spaziale”, insomma), e importante è stato il suo contributo nella gestione del progetto Apollo e il primo allunaggio del 20 luglio 1969 (Apollo 11).
Kraft ha partecipato alla progettazione e alla realizzazione del Mission Control Center, il cuore di tutte le missioni umane nello spazio targate NASA, ed è dunque più che appropriato che il centro venga oggi ribattezzato con il suo nome in omaggio al contributo fornito all’esplorazione spaziale a stelle e strisce e non solo.
Parlando con la stampa, però, Kraft ha espresso il suo disappunto per la decisione di NASA di mettere a riposo le gloriose navette dello Space Transportation System (STS) anche noto come programma Shuttle. Per Kraft lo Shuttle avrebbe potuto continuare a volare anche per altri 30 anni , sarebbe la migliore navetta spaziale mai costruita e potrebbe ancora portare l’uomo sulla Luna (di nuovo) e persino su Marte .
Alfonso Maruccia