NASA, piani per il futuro

NASA, piani per il futuro

L'ente spaziale americano, che guida l'esplorazione del Sistema Solare, si interroga sulle sue prossime mosse. E nel frattempo si ritrova invischiato in una gustosa vicenda di nomi dati a navi spaziali
L'ente spaziale americano, che guida l'esplorazione del Sistema Solare, si interroga sulle sue prossime mosse. E nel frattempo si ritrova invischiato in una gustosa vicenda di nomi dati a navi spaziali

Sarà un concorso indetto in collaborazione con Disney a stabilire il nome del prossimo robot mandato dalla NASA sulla superficie di Marte: l’agenzia spaziale statunitense ha deciso di chiedere consiglio ai più giovani tra gli studenti del paese, dopo che Spirit e Opportunity – i due rover gemelli che già solcano la superficie del pianeta rosso – avevano tratto il loro nome da un suggerimento di quella che all’epoca (2003) era una bimba di nove anni. Questa volta i ragazzi potranno scegliere tra una serie di nomi in lizza : una soluzione, in qualche modo, più sicura di altre.

Guardando infatti a quanto è accaduto alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), lasciare al pubblico la massima libertà in fatto di scelta potrebbe non essere una buona idea: un concorso analogo indetto per scovare il soprannome con cui ridenominare il prossimo modulo che verrà spedito in orbita quest’anno, si è rivelato un vero grattacapo. Invece di Serenity , l’appellativo proposto e sostenuto dagli scienziati, in orbita molto presto ci potrebbe finire il modulo Colbert : dal nome di un noto comico che conduce una trasmissione in un canale nazionale via cavo.

L’auspicio della NASA e degli altri enti spaziali coinvolti nel progetto era che, dopo Unity e Harmony, un altro nickname zen ed evocativo potesse completare una trilogia: a guastare la festa è invece arrivato Stephen Colbert, che ha chiesto e ottenuto ai suoi spettatori e fan di promuovere il suo nome in cima alla classifica di gradimento. Detto, fatto : Serenity è stato stracciato con 40mila voti di scarto . Dalla NASA hanno già fatto sapere che il risultato non sarà ritenuto vincolante, ma in ogni caso si tratta di una bella gatta da pelare per l’ufficio pubbliche relazioni.

Forse proprio per non incorrere in simili incidenti di percorso, al prossimo SUV in partenza verso Marte nel 2011 e oggi identificato dall’altisonante appellativo Mars Science Laboratory , verrà affibbiato un nome scelto da una lista ristretta: Journey, Wonder, Pursuit, Sunrise, Adventure, Perception, Vision e Curiosity. Unica eccezione a questa lista evocativa, Amelia: un nome femminile che non è ben chiaro da dove sia saltato fuori. Ci sarà tempo fino al 29 marzo per selezionare il proprio preferito fra questi nove: il vincitore, questa volta è sicuro, diverrà il soprannome ufficiale del costoso rover in partenza entro un paio d’anni.

Ed è proprio il costo del Mars Science Laboratory a far nascere alcune riflessioni in seno alla comunità scientifica: 2,2 miliardi di dollari sono una cifra esorbitante, e il rinvio al 2011 del lancio per sistemare alcuni problemi venuti fuori nella programmazione sono un colpo duro da assorbire per la NASA. Per coprire i costi lievitati del progetto occorrerà quasi sicuramente tagliare altrove, e in un periodo di sforbiciate al bilancio e crisi economica appare difficile immaginare un futuro roseo per i programmi di studio di Marte.

Ci sono altri pianeti e satelliti del Sistema Solare che potrebbero meritare una osservazione da vicino: Titano e Encelado , due satelliti di Saturno, sono due nomi che si sentono ripetere spesso. Ma, al contrario del pianeta rosso, nessuno dei due potrebbe offrire le stesse speranze di esplorazione e studio , o persino colonizzazione, che Marte oggi continua a offrire. La situazione è ben lontana dalla abitabilità, quella è materia da fantascienza, ma la somiglianza tra la Terra e il suo vicino sono tali da valere probabilmente qualche altro sforzo per approfondire la conoscenza.

In questo senso, il Mars Science Laboratory potrebbe fare molto: più grande dei due suoi predecessori, alimentato dal calore prodotto dal decadimento di materiale radioattivo presente a bordo (plutonio) in luogo dei pannelli fotovoltaici, equipaggiato con laser per sciogliere gli strati superficiali del terreno, laboratori chimici, bracci robotici per raccogliere campioni. Approfondire la conoscenza di una specifica zona di Marte, grazie ad un sistema di atterraggio cinque volte più preciso del precedente , potrebbe garantire quelle nuove scoperte che potrebbero far guadagnare in un colpo enorme interesse nel proseguire l’esplorazione marziana.

La NASA si trova insomma di fronte ad un bivio: c’è chi preme per spostare l’attenzione verso la parte più esterna del Sistema Solare per approfondire una conoscenza per certi versi ancora lacunosa, chi per proseguire sul sentiero tracciato fino a qui. Infine c’è la questione della ISS da completare e magari da tenere in funzione, dello Shuttle da mandare in pensione, e di tutti i team che bussano alle porte dell’amministrazione per chiedere fondi e maggiore spazio: senza contare la concorrenza che, prima o poi, potrebbe arrivare anche da est .

Luca Annunziata

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Pubblicato il 25 mar 2009
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