Net neutrality, lo stato di Washington contro la FCC

Net neutrality, lo stato di Washington contro la FCC

La decisione di Trump di "respingere" la net neutrality voluta da Obama viene ora a sua volta rigettata dalle autorità locali, con lo stato di Washington a cominciare una battaglia che promette di essere lunga e piena di colpi di scena
La decisione di Trump di "respingere" la net neutrality voluta da Obama viene ora a sua volta rigettata dalle autorità locali, con lo stato di Washington a cominciare una battaglia che promette di essere lunga e piena di colpi di scena

Il nuovo corso repubblicano della Federal Communications Commission (FCC) ha imposto l’abolizione della riclassificazione degli ISP e la difesa dei principi di neutralità della rete promossi da Barack Obama, ma la decisione del presidente di FCC Ajit Pai deve ora fare i conti con la volontà dei governi statali di andare in direzione diametralmente opposta a quella del nuovo inquilino della Casa Bianca.

La nuova battaglia per la net neutralty comincia nello stato di Washington, dove il governatore Jay Inslee ha firmato la legge “anti-FCC” che di fatto impedisce ai provider di fare discriminazioni in merito ai pacchetti di dati scambiati dagli utenti su Internet.

Inslee ha definito la legge come un tentativo di difendere la libertà di parola in rete, con misure che impongono ai provider di garantire un accesso libero alle risorse educative, sociali ed economiche di Internet. Il governo centrale ha abdicato alla sua funzione basilare, dice Inslee, quindi ora tocca ai governi locali proteggere i rispettivi cittadini da leggi federali ingiuste.

In realtà la FCC ha espressamente previsto un divieto di rivalsa dei governi locali contro le sue ultime decisioni anti-neutralità, fatto che ha già fatto muovere diversi pubblici ministeri poco convinti della legittimità di una simile mossa.

La dissoluzione della net neutrality dell’era Obama avverrà ufficialmente il prossimo 23 aprile, e dopo Washington sono già molti gli stati americani che si sono dichiarati pronti a trascinare l’iniziativa dell’Amministrazione federale in tribunale.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 mar 2018
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