Neuralink: le condizioni del primo paziente

Neuralink: le condizioni del primo paziente

Direttamente da Elon Musk, un aggiornamento sulle condizioni del primo paziente che ha ricevuto l'impianto Telepathy di Neuralink.
Neuralink: le condizioni del primo paziente
Direttamente da Elon Musk, un aggiornamento sulle condizioni del primo paziente che ha ricevuto l'impianto Telepathy di Neuralink.

A tre settimane circa dal giorno dell’operazione che ha visto il primo paziente ricevere l’impianto cerebrale Neuralink Telepathy, Elon Musk ha fornito un aggiornamento sulle sue condizioni di salute. Il soggetto sta bene, si è pienamente ristabilito dall’intervento ed è ora in grado di controllare un mouse con il pensiero.

Il fondatore della società ne ha parlato durante una diretta Spaces su X. Queste le sue parole: I progressi sono buoni e il paziente sembra essersi ripreso completamente, non siamo a conoscenza di effetti negativi. L’obiettivo numero uno dell’iniziativa è proprio quello di restituire l’autonomia, almeno parziale, a coloro affetti da gravi patologie o dalle conseguenze di un trauma, attraverso un’interfaccia tra il cervello e una macchina (brain-computer interface) progettata con il compito specifico di decifrare gli impulsi generati dall’organo e di codificarli in comandi da inviare poi a dispositivi esterni.

Il paziente è in grado di muovere un mouse sullo schermo con il solo pensiero. Proseguirà ora la fase di test, autorizzata dalla Food & Drug Administration, necessaria al perfezionamento della tecnologia prima di un suo ulteriore impiego.

Al momento non è dato a sapere se e quando il sistema potrà essere impiegato su larga scala. Ne andrà verificata l’efficacia e, anzitutto, la sicurezza, nell’ambito del progetto PRIME Study. L’operazione è gestita da un robot.

L’impianto Telepathy (non è difficile capire cosa abbia spinto a scegliere il nome) è collegato al cervello attraverso un totale di 1.024 elettrodi distribuiti su 64 cavi ultrasottili e flessibili. L’alimentazione è fornita da una piccola batteria integrata che si ricarica in modalità wireless. A racchiudere il tutto è un involucro biocompatibile, invisibile dall’esterno.

Tra coloro che un giorno potranno beneficiare della tecnologia (o della alternative equivalenti in fase di sviluppo) ci sono coloro affetti da tetraplegia, sclerosi laterale amiotrofica e lesioni spinali.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
20 feb 2024
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