No del TAR, Apple deve pagare per le garanzie

No del TAR, Apple deve pagare per le garanzie

Confermata le multe da 900mila euro inflitte dall'Antitrust italiana per due distinte pratiche commerciali ritenute scorrette. Già pronto il ricorso di Cupertino
Confermata le multe da 900mila euro inflitte dall'Antitrust italiana per due distinte pratiche commerciali ritenute scorrette. Già pronto il ricorso di Cupertino

Il TAR del Lazio ha confermato le due multe da 400mila e 500mila euro che l’Autorità garante della concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto ad Apple lo scorso dicembre per “due distinte pratiche commerciali scorrette”.

A Cupertino, in particolare, viene contestata dall’Antitrust italiano la mancata comunicazione ai consumatori sul diritto di conformità biennale previsto dalla legge : è stato notato, in particolare, come Apple tenda a coprire eventuali problemi solo per il primo anno di vita degli apparecchi, offrendo a parte un’offerta a pagamento, AppleCare, che si va a sovrapporre al diritto di conformità biennale da garantire obbligatoriamente.

Contro la multa di AGCM Apple è ricorsa in appello: tuttavia è ora arrivata la conferma della decisione da parte della prima sezione del Tar del Lazio presieduta da Roberto Politi. Nel frattempo, peraltro, Apple avrebbe dovuto iniziare ad adeguare le proprie pratiche commerciali, ma le associazioni dei consumatori in Europa coordinate da Altroconsumo hanno inviato una diffida nei suoi confronti puntando il dito contro le mancate garanzie e il mancato rispetto della decisione di AGCM .

Il Tar ha dato comunque ragione ad Apple solo nella parte in cui ha sospeso il provvedimento dell’Antitrust che dava 90 giorni di tempo alla società per adeguarsi all’obbligo di comunicazione sulla confezione di AppleCare delle garanzie da assicurare per legge, sulla durata biennale del diritto di conformità e sulla estensione della copertura di questo. Apple aveva chiesto la sospensione anche del resto della decisione in vista di una revisione finale, ma il giudice del TAR ha ritenuto che non ci fossero i presupposti per una decisione del genere.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
23 mar 2012
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