C’è un vecchio server che sta per spegnere le luci, e Microsoft ha già la mano sull’interruttore. Office Online Server, che permetteva alle aziende di tenere tutto custodito nei propri data center pur usando le app Office via browser, ha ricevuto il preavviso di sfratto. Fine corsa: 31 dicembre 2026.
Microsoft manda in pensione Office Online Server, il futuro è 365 e Copilot
Per chi non ha mai incrociato questa particolare incarnazione di Office, parliamo di una soluzione che faceva da ponte tra due mondi. Da una parte c’erano le aziende che volevano il controllo totale, l’hosting casalingo, i server che si potevano toccare con mano (o almeno sapere che stavano nella stanza accanto). Dall’altra, l’inevitabile marcia verso il cloud.
Microsoft non usa giri di parole. Office Online Server è un residuo di un’epoca in cui le aziende diffidavano di affidare i propri dati ai server altrui, anche se quegli “altri” erano i giganti della tecnologia. Ma quella nave è salpata, almeno secondo Redmond.
La data fatidica segnerà la fine di tutto: niente più patch di sicurezza, addio correzioni di bug, supporto tecnico che diventa un ricordo sbiadito. Microsoft consiglia caldamente di passare a Microsoft 365.
Interessante notare che questa dismissione non trascina con sé altri prodotti. Exchange Server Subscription Edition e SharePoint Server Subscription Edition continuano la loro vita, anche se Office Online Server era uno dei loro compagni di viaggio preferiti. Gli utenti potranno ancora visualizzare e modificare documenti usando le classiche app desktop come Microsoft 365 Apps for Enterprise o Office LTSC 2024.
Ma c’è un caso particolare che merita attenzione: chi usa Office Online Server per visualizzare cartelle di lavoro Excel dentro Power BI Report Server dovrà dire addio a questa funzionalità. Le alternative? Aprire tutto nell’Excel desktop oppure fare il grande salto verso il servizio Power BI cloud. Insomma, strade ce ne sono, ma tutte portano verso lo stesso orizzonte.
Il canto delle sirene del cloud
Microsoft non si limita a chiudere una porta, ovviamente. Apre finestre panoramiche con vista sul cloud: collaborazione in tempo reale, aggiornamenti automatici, sicurezza e conformità garantite come un bollino blu permanente. E poi l’integrazione con Teams, Outlook, SharePoint Online, l’ecosistema Microsoft. E come ciliegina sulla torta, ovviamente, c’è Copilot.
Con più di un anno davanti, potrebbe sembrare che ci sia tutto il tempo del mondo. Microsoft però gioca d’anticipo e invita a non procrastinare. Migrare da un ambiente on-premise a una soluzione cloud non è come cambiare canale TV. Richiede pianificazione, test, qualche mal di testa e probabilmente più riunioni di quelle che si vorrebbero sostenere.
Per le aziende che hanno costruito la loro infrastruttura attorno a Office Online Server, questo è il momento di guardarsi intorno e decidere: resistere fino all’ultimo giorno o cavalcare l’onda del cambiamento? La risposta, secondo Microsoft, è scontata.