Ooops, a Linux s'è ristretto il supercomputer

Ooops, a Linux s'è ristretto il supercomputer

Nei deserti hi-tech di Los Alamos Linus Torvalds e Gordon Bell hanno mostrato quello che, secondo loro, sarà il futuro dei supercomputer: sistemi compatti fondati su Linux e i chip di Transmeta
Nei deserti hi-tech di Los Alamos Linus Torvalds e Gordon Bell hanno mostrato quello che, secondo loro, sarà il futuro dei supercomputer: sistemi compatti fondati su Linux e i chip di Transmeta


Los Alamos (USA) – Alcuni fra i massimi esperti del settore dell’information technology si sono recentemente dati appuntamento al Los Alamos National Laboratory, una sede scelta da Linus Torvalds, l’ormai famosissimo creatore di Linux, e Gordon Bell, uno dei padri del minicomputer, per svelare un supercomputer compatto che, secondo i suoi promotori, potrebbe rappresentare un modello per i computer ad elevate prestazioni degli anni a venire.

Bell e Torvalds hanno infatti mostrato ai colleghi un cluster di computer basato sull’architettura software Beowulf e su centinaia di server “blade” (anche noti come “ultradensi”), sistemi rack molto compatti che, grazie alla componentistica adottata, sono in grado di far risparmiare le aziende sia in termini di spazio che in quelli di costi energetici e di manutenzione. Tutti vantaggi, secondo Bell, che in un supercomputer formato da centinaia se non migliaia di macchine potrebbero tradursi in risparmi consistenti, soprattutto per quel che riguarda consumi elettrici e sistemi di condizionamento dei locali che ospitano il cluster.

Gli ingredienti chiave della “ricetta” di supercomputing proposta da Bell e Torvalds si basa sui chip a basso consumo di Transmeta, che non necessitano di dissipatori di calore attivi, e su Linux, il sistema operativo su cui è nato Beowulf, un software open source studiato per dar vita a cluster di computer capaci di eseguire elaborazioni in parallelo.

“I supercomputer attuali non risolvono alcuni dei problemi fondamentali che saranno la chiave del prossimo decennio”, ha commentato Wu-chun Feng, team leader del gruppo Research And Development In Advanced Network Technology (RADIANT). “Limitarsi a costruire macchine più grosse e potenti, oggi non è più sufficiente”.

Green Destiny, questo il nome del supercomputer mostrato da Bell e Torvalds, è composto da 240 server blade prodotti da RLX Technologies , una pioniera nel campo dei sistemi ultradensi . Feng ha affermato che una versione più piccola di Green Destiny, chiamata MetaBlade, è rimasta attiva e funzionante per nove mesi consecutivi senza un guasto.

Secondo alcuni esperti, i supercomputer basati su chip a basso consumo e sulla piattaforma aperta Beowulf potrebbero rappresentare, fra pochi anni, una seria minaccia ai sistemi attuali e, in special modo, alle architetture proprietarie. Tutto ciò, ha poi spiegato Bell, ricorda un’altra grande rivoluzione nel settore del computing: quella rappresentata, negli anni ’70, dall’arrivo dei primi minicomputer. Questi sistemi, assai più compatti dei mainframe e dai costi più contenuti, si diffusero rapidamente in un grandissimo numero di aziende e gettarono il seme per la nascita del calcolo distribuito. Allo stesso modo, Bell afferma che supercomputer più compatti ed economici nel prossimo futuro potranno dare la possibilità ad un crescente numero di aziende, anche di medie dimensioni, di poter disporre di notevoli risorse di calcolo a buon mercato e senza la necessità di rivolgersi a centri di elaborazione dati esterni.

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Pubblicato il 20 mag 2002
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