L’indiscrezione circola da quasi due anni. Più recentemente è trapelato il nome dell’azienda che aiuterà OpenAI nello sviluppo del primo chip AI, ovvero Broadcom. Secondo le fonti del Financial Times, la produzione di massa inizierà nel corso del 2026.
Costi per 115 miliardi fino al 2029
Tutte le aziende che sviluppano modelli di intelligenza artificiale usano le GPU di NVIDIA per l’addestramento. L’azienda guidata da Jen-Hsun Huang è praticamente monopolista del mercato, quindi può imporre i prezzi ai clienti senza preoccuparsi della concorrenza. Amazon, Google, Meta e Microsoft usano già chip proprietari per ridurre la dipendenza da NVIDIA. La stessa strada verrà seguita da OpenAI.
L’azienda guidata da Sam Altman investirà miliardi di dollari per la costruzione delle infrastrutture AI. In alcuni server verranno installati i chip sviluppati in collaborazione con Broadcom. Commentando i risultati finanziari del terzo trimestre fiscale, il CEO Hock Tan dell’azienda di Palo Alto ha comunicato la sottoscrizione di un contratto da 10 miliardi di dollari con un nuovo cliente. Secondo gli analisti di J.P.Morgan, Bernstein e Morgan Stanley, il cliente è quasi certamente OpenAI.
Il primo chip AI dell’azienda californiana verrà realizzato da TSMC. La produzione di massa inizierà nel corso del 2026. Ovviamente, il chip verrà utilizzato per addestrare i futuri modelli GPT, per i quali occorrerà una maggiore potenza di calcolo (quindi non verrà offerto a clienti esterni).
In base alle fonti di The Information, OpenAI spenderà fino a 115 miliardi di dollari entro il 2029, ovvero circa 80 miliardi di dollari in più rispetto alla precedente stima. Solo per il noleggio dei server spenderà oltre 8 miliardi di dollari nel 2025. Lo sviluppo di un chip AI proprietario permetterà di ridurre i costi.