OpenOffice s'insedia a Singapore

OpenOffice s'insedia a Singapore

Il ministero della Difesa locale intende installare sulle proprie macchine la suite open source OpenOffice alternativa ai prodotti proprietari. Si parla di possibile migrazione a Linux
Il ministero della Difesa locale intende installare sulle proprie macchine la suite open source OpenOffice alternativa ai prodotti proprietari. Si parla di possibile migrazione a Linux


Singapore -Seguendo l’ esempio della sua “vicina di casa”, la Malaysia, Singapore ha tracciato una rotta di avvicinamento al software open source che ha come sua prima tappa l’adozione, da parte del ministero della Difesa, della suite per l’ufficio OpenOffice.

Secondo quanto riportato da fonti locali, OpenOffice verrà installato in tutti i nuovi PC utilizzati dal Ministero e dai suoi vari uffici. Il progetto riguarda 20.000 PC, il che lo rende una delle più importanti migrazioni al software open source del mondo: basti pensare che l’ormai celebre piano di migrazione a Linux varato dal comune di Monaco coinvolgerà circa 14.000 computer client. C’è tuttavia da considerare che mentre il municipio tedesco installerà sui suoi PC il sistema operativo Linux, il ministero di Singapore farà girare OpenOffice su piattaforma Windows.

Sui vecchi sistemi, dove si trova installato Microsoft Office 97, il Ministero della Difesa darà l’opportunità ai propri impiegati di scegliere se continuare ad utilizzare la suite di Microsoft o passare a quella di OpenOffice.org .

“Le funzionalità addizionali di MS Office 2003 non sembrano giustificare i suo prezzo elevato”, ha sostenuto Cheok Beng Teck, chief information officer del Ministero della Difesa di Singapore.

Teck afferma che il proprio Ministero sta anche ponderando la possibilità di migrare i propri computer verso Linux. Per il momento non esiste però alcun progetto ufficiale.

Singapore è l’ultimo fra i paesi in via di sviluppo, soprattutto asiatici e sudamericani, ad aver abbracciato il software open source: iniziative di questo tipo sono già state intraprese in nazioni come Brasile, Perù, Venezuela, India, Cina e Vietnam.

“Nei paesi emergenti la gente sta usando Linux per accelerare lo sviluppo”, ha affermato Scott Handy, vice president for worldwide Linux di IBM, che segue da vicino gli sviluppi nell’area. “In Brasile, Russia, India, Cina e Corea, Linux sta crescendo più velocemente del mercato IT in generale”.

Accanto a Linux, OpenOffice è uno dei software open source a più rapida crescita: alcuni giorni fa, in occasione dell’anniversario dei quattro anni di vita del progetto open source, OpenOffice.org ha annunciato che il software è stato scaricato, ad oggi, oltre 30 milioni di volte: il numero delle installazioni è invece difficile da stimare visto che la suite si trova integrata nella maggior parte delle distribuzioni di Linux e viene distribuita su CD da molte riviste del settore. Tra gli utenti italiani di OpenOffice ci sono alcuni enti e organismi pubblici come il Comune di Grosseto, la Provincia di Genova (nell’ambito del progetto COSPA ), la Provincia di Pisa e il Corpo dei Vigili Urbani del Comune di Roma.

OpenOffice, come noto, gira in modo nativo su Windows, Linux, Solaris e Macintosh, ed è disponibile in 44 diverse lingue, a cui si aggiungono progetti di localizzazione “regionali” come la traduzione in lingua zulu sponsorizzata dal Governo sudafricano.

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Pubblicato il
22 ott 2004
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