OpenOffice.org, XML e il futuro

OpenOffice.org, XML e il futuro

Ne parlano i volontari del Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org. Uno degli applicativi open source più noti ha un forte appeal non solo per il singolo utente ma anche, sostengono gli sviluppatori, per le medie e grandi imprese
Ne parlano i volontari del Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org. Uno degli applicativi open source più noti ha un forte appeal non solo per il singolo utente ma anche, sostengono gli sviluppatori, per le medie e grandi imprese


Roma – La diffusione di una Suite per l’ufficio libera e gratuita multi-piattaforma è uno dei pilastri portanti del progetto OpenOffice.org fin dalla sua nascita. La ragguardevole popolarità raggiunta dal nostro software a livello mondiale ha sì dimostrato come l’idea di fondo sia particolarmente appetibile per l’utente medio, ma ha contemporaneamente generato alcuni equivoci tanto sul prodotto quanto sul progetto OpenOffice.org che necessitano di ulteriore discussione e, in alcuni punti, di chiarimenti.

Per cominciare, presso alcuni ambienti lavorativi italiani, tanto pubblici quanto privati, si è tentato di diffondere l’idea che la Suite OpenOffice.org in quanto prodotto free software non sia adatto all’impiego su larga scala in ambiente operativo per mancanza di supporto professionale e di sviluppo coordinato. Pur ricordando il fatto che OpenOffice.org non è il frutto dell’attività di qualche oscura software house che tenta la scalata del mercato delle applicazioni per l’ufficio, ma è il prodotto della collaborazione tra grandi aziende quali Sun Microsystem e la comunità internazionale del Free Software, risulterà sicuramente più facile confutare questo assunto errato attraverso un esempio pratico.

L’associazione di categoria di esercenti, artigiani e piccole imprese, Lapam-Federimpresa che rappresenta a Modena e Reggio Emilia gli oltre 11.500 associati e offre servizi di diversa natura (Fiscale, Paghe/Contributi, Ambiente e Sicurezza, Intermediazione, Previdenza/Pensioni) ha effettuato la migrazione di oltre 700 Workstation da MS Windows/Office a Linux/OpenOffice.org. Per maggiori dettagli: http://www.yacme.com/casi/metodo.php .

Le dimensioni del progetto hanno comportato naturalmente il supporto di professionisti del settore che hanno provveduto a sollevare tanto il committente quanto gli utenti finali dalle problematiche maggiori presentatesi in massima parte a causa non di aspetti tecnici, ma di abitudini degli utenti stessi, non sempre legate all’ambiente lavorativo e certamente non adatte alle direttive sulla sicurezza in ambito informatico, come egregiamente spiegato dal caso di studio citato precedentemente.

Elementi di difficoltà rilevati:

a) la nuova piattaforma è SOLO uno strumento di lavoro e non permette attività collaterali;
b) la nuova piattaforma è differente dal Wintel-PC che l’utente, tipicamente, ha installato nella propria abitazione;
c) il nuovo sistema, anche quando dialoga con i Server Wintel, impedisce di installare autonomamente applicazioni e/o programmi che non siano stati approvati dal Responsabile dei Servizi.

È dimostrato perciò che OpenOffice.org non solo può essere installato su larga scala con risultati proficui per il committente, grazie alla presenza di supporto professionale qualificato, ma è in grado anche di prevenire comportamenti che poco hanno a che fare con la produttività aziendale.

Nello stesso tempo, essendo OpenOffice.org liberamente distribuibile è un ottimo mezzo per eliminare la presunta difficoltà di cui al punto b), in quanto il dipendente può legalmente “portarsi a casa” una copia dello stesso software che utilizza nel proprio ufficio.

Un secondo punto che ha bisogno di maggiori approfondimenti è sicuramente la portata innovativa dell’utilizzo del formato XML per i documenti OpenOffice.org. A differenza di altre implementazioni di questo stesso formato effettuate da note aziende commerciali, le specifiche per la lettura del formato XML di OpenOffice.org erano, sono e saranno pubblicamente disponibili per l’utilizzo da parte di chiunque ne fosse interessato su tutte le piattaforme hardware e software supportate o in via di supporto (per es: MS Windows 9x/ME/NT/2000/XP, Linux x86 e PowerPC, Sun Solaris, Macintosh, FreeBSD, IRIX,…).


Inoltre, per evitare che il pubblico percepisse in modo errato questo formato come proveniente comunque da un’unica entità aziendale (Sun Microsystem Inc., maggiore sponsor del progetto), un pool di importanti aziende a livello mondiale, tra le quali figurano Sun Microsystem, Corel, Boeing e altre, si sono accordate per l’istituzione di un’apposita Commissione speciale all’interno del gruppo di standardizzazione OASIS per il mantenimento e lo sviluppo del formato OpenOffice.org XML quale strumento aperto di interscambio dei documenti. Per maggiori informazioni: http://www.oasis-open.org/news/oasis_news_11_20_02.shtml .

Da ciò si deduce che il formato OpenOffice.org/StarOffice XML, non è soltanto “un altro” dialetto XML, ma fino a questo momento l’unico nell’ambito della produttività per l’ufficio ad essere pienamente documentato e liberamente riproducibile. Come riportato nello Studio sull’uso del Software Open Source nel settore pubblico realizzato per conto del programma per l’Interscambio dei dati tra Amministrazioni della Commissione Europea, “si considera che il Software Open Source meglio rispetti gli standard perché non vengono utilizzati standard proprietari per proteggere un mercato prigioniero del venditore poiché è nell’interesse di tutti la massima interoperabilità” (Interoperability and respects of standards, pag. 15 dello studio).

Questo concetto dovrebbe essere a maggior ragione evidente per gli operatori pubblici che nella propria attività non devono tener conto unicamente di interessi economici e di profitto, ma anche dell’accessibilità nel tempo da parte del cittadino ai contenuti
che vengono pubblicati durante l’attività di amministrazione della cosa pubblica.

OpenOffice.org non si arroga il diritto-dovere di combattere un presunto monopolio commerciale, ma offre agli utenti lo strumento per proteggersi consapevolmente da una tale evenienza: un formato di interscambio dei documenti completamente libero.

In conclusione, Openoffice.org è stato pensato proprio per l’impiego su larga scala in azienda o nella Pubblica Amministrazione fin dalle sue fondamenta, costituite dal formato XML. I riscontri pratici a queste affermazioni sono pubblicamente disponibili e l’attività di tutti i partecipanti del progetto è proprio rivolta alla realizzazione della massima libertà per tutti gli utenti, a livello tecnologico, economico e sociale.

Davide Dozza
Flavio Filini
Roberto Galoppini
Riccardo Losselli
Andrea Sanavia
Gianluca Turconi
Volontari, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
26 nov 2002
Link copiato negli appunti