Web – Open source significa ormai molte cose. Di certo, però, l’Option Source lanciato da Merlin Software Technologies è destinato a sollevare non poche polemiche in seno alla comunità del free software. E questo perché Merlin propone quello che appare un paradosso: scrivere codici open source e farsi pagare.
Il paradosso, la contraddizione, è contenuta nella Merlin Option Source License (MOSL), un modello di licenza che sembra tradire il “cuore” dell’open source, la GNU Public License . Secondo la GPL il software che viene distribuito con questo modello può essere modificato e ridistribuito a piacimento da chi vuole. L’idea della MOSL, invece, è che esiste il copyright sul codice che viene scritto e che questo è condiviso tra la softwarehouse e chi ha realizzato il codice.
La Merlin ammette che il suo sistema non può interessare tutti gli sviluppatori open source e afferma di essere consapevole delle possibili reazioni della comunità del free software all’Option Source, ma spiega: “Noi forniamo una possibile strada, mica si è obbligati a percorrerla”.
Merlin pagherà gli sviluppatori sia in denaro che in partecipazione societaria, con la speranza di aggregare un numero elevato di programmatori che le consentano di distribuire software con il proprio marchio, monetizzando il tutto.