Ora Internet fa diventare ansiosi

Ora Internet fa diventare ansiosi

Lo sostiene Hi-Flier che ha condotto una ricerca su centinaia di utenti italiani, che sarebbero stressati dai motori di ricerca quando non trovano le informazioni di interesse. Troppa Internet?
Lo sostiene Hi-Flier che ha condotto una ricerca su centinaia di utenti italiani, che sarebbero stressati dai motori di ricerca quando non trovano le informazioni di interesse. Troppa Internet?


Roma – La chiamano “Ansia da dispersione” ed è uno stress, una frustrazione che coglierebbe un numero crescente di utenti Internet, portando in certi casi allo svilupparsi di una vera e propria patologia.

A sostenere che cercare informazioni e novità su Internet si può tradurre in uno “stato ansioso” soprattutto negli uffici è Hi-Flier , che ha condotto uno studio su un campione di 856 navigatori italiani tra i 25 e i 55 anni, tutti utenti che utilizzano la Rete con una certa regolarità.

Il problema “chiave” sarebbe situato nella frustrazione che deriva nel non riuscire a trovare quanto di interesse attraverso i motori di ricerca, soprattutto durante le ore di lavoro.

Il 32 per cento di coloro che hanno risposto alle domande di Hi-Flier ha spiegato di incontrare sempre difficoltà importanti nel cercare quello che interessa. Problemi solo saltuari, invece, per il 28 per cento mentre uno su cinque dichiara di trovare facilmente quello di cui ha bisogno, posizionandosi dunque al riparo dalla “nuova ansia”…

Altro problema che può indurre alle frustrazioni da ricerca è quello legato alla difficoltà di selezionare il risultato che serve tra quelli restituiti dal motore dopo la ricerca. Quasi un utente su due (il 48 per cento) sarebbe in difficoltà di fronte a questo obiettivo mentre uno su tre dichiara le proprie incertezze di fronte agli operatori booleani che vengono sfruttati per le ricerche online.

Il problema è segnalato anche dal fatto che una ricerca online costerebbe all’utente medio italiano quasi mezz’ora di lavoro e durante un’intera giornata il tempo perduto in questo modo arriverebbe a totalizzare circa un’ora.


Ulteriori problemi sarebbero dati dalla disponibilità dei contenuti perlopiù in lingua inglese, dalla quantità delle risposte fornite dal motore quando vengono effettuate ricerche con termini non particolarmente specifici, dalla sostanziale novità che per molti rappresenta l’uso di un motore di ricerca.

A tutto questo un italiano su tre, secondo Hi-Flier, reagirebbe con stress, ansia, sensazione di inadeguatezza, smarrimento. Il 30 per cento degli intervistati ha spiegato di essersi trovato a passare due ore davanti al computer senza aver ottenuto nulla. Solo il 17 per cento sarebbe disponibile ad accettare risultati imprecisi mentre il 22 per cento, a fronte dei problemi, tenta il ricorso ad un altro motore di ricerca. L’11 per cento arriverebbe, invece, ad insultare il computer e il 7 per cento reagirebbe spegnendo il computer…

Altre reazioni alla frustrazione del non trovare quel che si cerca e del perdere molto tempo in questo modo, soprattutto sul luogo di lavoro (53 per cento), c’è chi reagisce cercando aiuto nelle comunità online (23 per cento), dagli amici esperti (17 per cento), dalle riviste (11 per cento), dai manuali specializzati (5 per cento) e persino dalla pubblicità (3 per cento).

Il sogno di tutti, invece, rimane quello di sempre: un motore di ricerca più intelligente, capace di trovare quel che si cerca in breve tempo…

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Pubblicato il
16 mar 2001
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