P2P, denunce in Europa e in Italia

P2P, denunce in Europa e in Italia

Quasi 500 gli europei finiti nei guai in questi giorni. In Italia scattano nuove denunce penali contro sette utenti. Finiscono nei guai i grandi condivisori. Le major: vi avevamo avvertito
Quasi 500 gli europei finiti nei guai in questi giorni. In Italia scattano nuove denunce penali contro sette utenti. Finiscono nei guai i grandi condivisori. Le major: vi avevamo avvertito

Roma – La battaglia d’Europa è ufficialmente cominciata con l’annuncio, atteso ormai da qualche giorno, di una raffica di denunce che ha colpito utenti Internet in diversi paesi tutti con la stessa accusa: aver illegalmente diffuso sulle reti di scambio peer-to-peer quantità ingenti di file protetti da diritti d’autore.

Sono nel complesso oltre 650 le azioni legali che le major della musica e gli altri aderenti della IFPI , l’associazione internazionale dei fonografici, hanno intrapreso contro altrettanti utenti in Italia, Austria, Germania, Francia, Gran Bretagna e Danimarca . A queste azioni nei prossimi mesi ne seguiranno, stando ad IFPI, molte altre anche in altri paesi del Vecchio Continente.

La sventagliata di denunce ha lo scopo di servire da deterrente per tentare di scoraggiare l’uso delle piattaforme di peering da parte di molti milioni di utenti che anche in Europa ogni giorno sfruttano questo mezzo per scambiare file della più diversa natura. Nei termini posti ufficialmente dalle major, naturalmente, si tratta invece di un’operazione di sensibilizzazione pensata per comunicare con maggiore efficacia la necessità di rispettare le leggi sul diritto d’autore e, in particolare, i diritti dei discografici. “La campagna – si legge in una nota – vuole rappresentare un appello ai consumatori ad acquistare la loro musica in maniera legittima e a non esporsi alle conseguenze legali derivanti dall?uso del file sharing di opere tutelate”.

Secondo le major il deterrente funziona. Le stime dell’industria indicano infatti che Kazaa a gennaio 2004 era utilizzato dal 20 per cento in più di utenti rispetto a quanto accada oggi.

Le azioni sono improntate nella stragrande maggioranza dei casi a colpire chi pone in condivisione grandi quantità di file su reti di sharing come quelle di eDonkey, Direct Connect, WinMX, Kazaa e via dicendo.

Per quanto riguarda l’Italia, sono 7 le persone segnalate dalle major e denunciate dalla Guardia di Finanza in diverse località, tutte per violazione del diritto d’autore. “Si tratta – si legge in una nota distribuita alla stampa da IFPI – sia di soggetti attivi nel diffondere sulle reti p2p materiale illecito in grande quantità tramite il proprio pc, sia di gestori di server Openap e Edonkey”.

Stando alle major, qualora vengano riconosciuti colpevoli di aver posto in condivisione molti brani musicali protetti senza autorizzazione, i 7 rischiano una sanzione variabile da 2.500 a 15.000 euro a cui si potrà aggiungere anche il risarcimento del danno.

Per l’Italia quanto accaduto non rappresenta una novità assoluta. Come si ricorderà lo scorso marzo erano stati denunciati 30 italiani con accuse del tutto simili. In tutti i casi erano finiti nel mirino quelli che vengono definiti dalle major gli “heavy uploaders” , utenti che nelle proprie cartelle condivise detenevano numeri elevati di file ritenuti illegali.

“Abbiamo intrapreso queste azioni – ha dichiarato il presidente IFPI Jay Berman – come misura estrema e lo facciamo dopo una lunga campagna di sensibilizzazione. Per più di un anno abbiamo parlato del danno che la condivisione illegale di file sta procurando all?industria musicale, senza contare i numerosi avvisi sulle conseguenze legali. Ci siamo rivolti ai network per chieder loro di fermare l?attività illegale tramite i loro servizi e siamo andati direttamente da chi commetteva illeciti tramite le reti peer to peer attraverso milioni di messaggi”.

Secondo Berman la legge va rispettata “e non ci sono più scuse per coloro che scambiano illegalmente file. Le persone che amano la musica dovrebbero comprarla online e non scambiarla illegalmente. Se continuano a farlo commettono un furto e devono affrontarne le conseguenze legali”. Una posizione condivisa anche da Enzo Mazza , direttore generale di FIMI , secondo cui il mercato online si va consolidando e “ostacolare lo scambio illegale dei file in rete diventa un passo fondamentale affinché il mercato della musica del futuro possa realmente decollare”.

Di seguito una panoramica di quanto accaduto negli altri paesi. Queste le iniziative legali intraprese.

Regno Unito: 28 persone sono state denunciate con azione civile per aver copiato e diffuso in rete un grande numero di brani musicali violando la normativa sul diritto d’autore. Si tratta della prima azione del genere nel Regno Unito.

Francia: 50 uploaders di musica sono stati citati in tribunale dall’organizzazione anti pirateria SCPP e rischiano multe e ulteriori sanzioni penali oltre a provvedimenti risarcitori.

Austria: 100 persone sono state segnalate all’autorità per aver diffuso grandi quantità di musica sui servizi di file sharing senza averne l’autorizzazione e rischiano forti multe, provvedimenti penali e di dover corrispondere un risarcimento dei danni.

Danimarca: 174 persone riceveranno una citazione in giudizio portando il numero complessivo delle cause a oltre 300, 67 delle quali si sono già risolte con il pagamento di un risarcimento fino a 13.000 euro.

Germania: 100 persone sono state accusate penalmente di file sharing illegale di musica, facendo salire a 168 i casi complessivi dei quali circa una ventina si sono già conclusi con una condanna penale o con un risarcimento tra i 2.000 e i 10.000 euro.

Stati Uniti: da settembre 2003 le cause per violazione del diritto d’autore hanno superato i 5700 casi. Numerosi i risarcimenti dell’entità di alcune centinaia di dollari l’uno.

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Pubblicato il 8 ott 2004
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