Sono ormai passati mesi da quando varie corti europee ordinavano il blocco di tutti gli accessi all’ex- tracker BitTorrent The Pirate Bay. Dai Paesi Bassi al Regno Unito, i principali provider nazionali sono stati costretti a sigillare i canali d’accesso alla Baia , nel mirino dell’industria globale per la presenza di materiale in violazione del copyright. Ma si tratta di una strategia davvero vincente?
I responsabili dell’ISP olandese XS4All hanno ora sottolineato come il livello di traffico verso la piattaforma svedese sia in realtà aumentato. Stroncato soltanto nei primi giorni dall’ordinanza del giudice de L’Aia . In seguito, lo sfruttamento di VPN e servizi proxy ha permesso agli utenti olandesi di raggiungere tranquillamente la Baia.
Stesso discorso da parte dei provider locali KPN e UPC: il blocco voluto dalle grandi etichette discografiche non ha portato a grandi risultati, non per fermare il traffico verso The Pirate Bay . Secondo KPN, persino nei giorni successivi ai blocchi non è stata registrata alcuna diminuzione nel flusso di accessi alla Baia. Una tesi già sostenuta in passato dai ricercatori dell’Università di Amsterdam. (M.V.)