Palm OS si allea con Linux

Palm OS si allea con Linux

Grazie ad una piattaforma mobile ereditata da una società cinese appena acquisita, PalmSource darà vita ad un ambiente operativo misto, basato su Linux e Palm OS, capace di far girare applicazioni scritte per entrambi i mondi
Grazie ad una piattaforma mobile ereditata da una società cinese appena acquisita, PalmSource darà vita ad un ambiente operativo misto, basato su Linux e Palm OS, capace di far girare applicazioni scritte per entrambi i mondi


Sunnyvale (USA) – Probabilmente nessuno, fino a poco tempo fa, avrebbe ipotizzato che Palm OS, leader storico nel mercato dei sistemi operativi per PDA, sarebbe un giorno saltato in groppa al Pinguino. E’ esattamente ciò che succederà quando PalmSource , il prossimo anno, lancerà una versione del proprio sistema operativo capace di girare al di sopra di Linux.

La notizia è stata svelata in occasione dell’annuncio di PalmSource dell’acquisizione della società cinese China MobileSoft Limited (CMS). Quest’ultima opera nel settore della telefonia mobile e sviluppa una versione di Linux embedded, chiamata mLinux, ottimizzata per girare sui telefoni cellulari. Il software e le tecnologie di CMS, che comprendono una completa piattaforma mobile e un insieme di applicazioni per la telefonia, sono destinati ad assumere un ruolo chiave nelle strategie di PalmSource per la conquista del mercato degli smartphone: un settore, quest’ultimo, assai più fertile e vitale di quello, ormai in declino, dei PDA.

“La combinazione di Palm OS con i prodotti software di CMS fornirà a PalmSource una delle più ampie gamme di software mobile dell’industria, software che girerà sui telefoni di ogni fascia di prezzo e in tutte le regioni del mondo”, ha scritto PalmSource in un comunicato.

In una lettera aperta inviata alla comunità open source, il vice president engineering di PalmSource, Mike Kelley, ha spiegato che Palm OS Cobalt girerà al di sopra di Linux per mezzo di un layer software: questo layer includerà la familiare interfaccia utente di Palm OS e la suite di applicazioni e middleware che lo accompagnano. L’azienda sostiene che le applicazioni scritte per le vecchie versioni 68k di Palm OS gireranno senza problemi anche al di sopra del layer di astrazione, mentre quelle scritte per Cobalt necessiteranno di una semplice ricompilazione. Ma la cosa forse più interessante, per gli sviluppatori open source, è che questo ambiente ibrido sarà in grado di far girare anche numerose applicazioni e servizi per Linux.

C’è una sola, importante restrizione: gli sviluppatori che vorranno dotare le proprie applicazioni Linux di interfaccia grafica saranno obbligati ad utilizzare le API di Palm OS. Tuttavia, PalmSource ha assicurato che gli sviluppatori potranno creare applicazioni compatibili con Palm OS senza versare alcuna royalty e utilizzando un kit di sviluppo gratuito, basato sul noto ambiente open source Eclipse.

“Siamo convinti che mettendo insieme Palm OS e Linux potremo attrarre un maggior numero di licenziatari e di sviluppatori, creare più dispositivi e raggiungere un più ampio bacino di utenti”, ha dichiarato Kelley.

PalmSource spera soprattutto di far leva su alcune delle caratteristiche peculiari di Linux, quali ad esempio la flessibilità, la modularità e la capacità di supportare un ampio numero di dispositivi e di chipset. Per quanto riguarda nello specifico mLinux, Kelley afferma che questo software ha dalla sua un robusto sistema di gestione dei consumi e tempi di avvio (boot) molto ridotti. Palm OS porterà invece in dote al sistema operativo open source un completo supporto alla connettività wireless, un’interfaccia utente matura e un certo numero di funzionalità pensate per il mondo aziendale.

Il risultato di questo connubio sarà, secondo PalmSource, una piattaforma capace di rivaleggiare con Symbian OS e Windows Mobile in tutti i settori della telefonia mobile, dai terminali di fascia bassa agli smartphone aziendali. La sfida è lanciata.

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Pubblicato il
10 dic 2004
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