Parte l'e-musica che si paga

Parte l'e-musica che si paga

Seagram, l'unica multinazionale che ha ostinatamente rifiutato qualsiasi accordo con i siti della musica in Rete, svela ora le proprie carte: parte il suo servizio di distribuzione. A pagamento
Seagram, l'unica multinazionale che ha ostinatamente rifiutato qualsiasi accordo con i siti della musica in Rete, svela ora le proprie carte: parte il suo servizio di distribuzione. A pagamento


Roma – Per la prima volta una major dell’industria discografica lancia un progetto pilota per la distribuzione a pagamento della sua musica sulla Rete. Si tratta di Seagram (Universal Music), la stessa azienda che ha più volte rifiutato accordi e transazioni con i siti della musica in Rete, poi denunciati e portati in tribunale.

Il modello di distribuzione voluto dall’azienda prevede nella prima fase un progetto pilota. Un “trial” al quale partecipano 5mila utenti della Rete che, a differenza di quelli che verranno dopo di loro, non pagheranno alcunché all’azienda per ascoltare in streaming qualunque brano compreso nell’offerta. Fino a questo momento, sono disponibili circa 20mila brani tratti dalla vasta musicoteca di Seagram, tutti brani che possono essere ascoltati ma non scaricati.

Se tutto andrà “per il meglio”, Seagram intende lanciare il servizio su larga scala che, con ogni probabilità, costerà circa 15 dollari al mese agli utenti Internet che vorranno fruire del servizio.

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Pubblicato il
24 ott 2000
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