Partigiani bielorussi usano un ransomware contro Lukashenko

Partigiani bielorussi usano un ransomware contro Lukashenko

Un gruppo di attivisti bielorusso ha usato un ransomware per bloccare le ferrovie e chiedere a Lukashenko di fermare l'avanzata russa nel Paese.
Partigiani bielorussi usano un ransomware contro Lukashenko
Un gruppo di attivisti bielorusso ha usato un ransomware per bloccare le ferrovie e chiedere a Lukashenko di fermare l'avanzata russa nel Paese.

C’era un tempo in cui i Partigiani facevano saltare le ferrovie per evitare che in nemico tedesco potesse continuare la propria occupazione. Oggi chi ha memoria di quelle azioni troverà analogie in quel che i “Belarusian Cyber-Partisans” stanno cercando di fare nel proprio Paese, bloccando le ferrovie per ostacolare le manovre russe evitare che possa transitarvi l’esercito russo pronto all’escalation in Ucraina.

Non ci saranno bombe né manomissioni, in questo caso: l’attacco è avvenuto per via digitale e con medesimi risultati. Una nuova frontiera e un nuovo fronte, dunque, nel quale le comunicazioni viaggiano su Telegram, gli attacchi sono rivendicati su Twitter e le armi sono custodite in un hard disk.

Ferrovie ferme in Bielorussia

Così come nei giorni scorsi un attacco alle istituzioni ucraine è stato addebitato ai cracker russi (pur tra le smentite del Cremlino), allo stesso modo il cyberattacco torna al centro di questa nuova disfida. La firma è di attivisti hacker che hanno attaccato le ferrovie bielorusse per bloccarne le attività. Nessuna ipotesi, in questo caso: semplicemente una rivendicazione diretta, nella quale sono due le richieste in cambio della risoluzione del blocco:

  1. il rilascio dei 50 prigionieri politici che hanno più urgentemente bisogno di assistenza medica
  2. la non autorizzazione al passaggio delle truppe russe sul territorio bielorusso

L’attacco è avvenuto attraverso un ransomware che ha preso in “ostaggio” file, server e workstation delle ferrovie. In questo caso non c’è richiesta di riscatto in criptovalute come avviene in altri casi e la spiegazione è chiara: l’intento non è quello di creare caos e il gruppo è pronto a consegnare le chiavi che sbloccherebbero le ferrovie consentendo di ripristinare immediatamente la situazione. Tutto ciò a patto che le richieste vengano assolte, ovviamente.

La sfida a Lukashenko è tutto fuorché nascosta: ancora una volta, dunque, il cyberattacco diventa una nuova arma a disposizione e ancora una volta emerge l’importanza della cybersicurezza come strumento fondamentale per garantire la solidità di una nazione al cospetto di possibili offensive esterne.

Fonte: The Record
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Pubblicato il 25 gen 2022
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