Phoenix: non chiamatelo BIOS

Phoenix: non chiamatelo BIOS

L'azienda lancia una prima famiglia di firmware in grado di fornire, in modo autonomo, funzionalità di sicurezza, gestione dei sistemi e networking. Il sistema operativo diverrà un optional?
L'azienda lancia una prima famiglia di firmware in grado di fornire, in modo autonomo, funzionalità di sicurezza, gestione dei sistemi e networking. Il sistema operativo diverrà un optional?

Pebble Beach (USA) – Phoenix Technologies, primo produttore al mondo di BIOS per PC, è intenzionata a riscrivere la definizione di BIOS introducendo firmware di nuova generazione che, per certi versi, agiscono come sistemi operativi in miniatura.

Dopo aver lanciato la tecnologia Core Management Environment (cME), la stessa che permette di estendere le tipiche funzionalità dei BIOS per PC con tool di vario genere ( diagnostica e ripristino del sistema , antivirus , antifurto , accesso istantaneo ai dati di Outlook , ecc.), Phoenix ha ora introdotto sul mercato i primi BIOS della generazione Core System Software (CSS).

I firmware basati sul CSS sposano la tecnologia cME con una nuova architettura modulare che integra le funzionalità di rete necessarie per rendere più sicuri e gestire via rete, questo anche senza l’ausilio di un sistema operativo, una vasta schiera di dispositivi, fra cui PC desktop, laptop, server e dispositivi mobili. Phoenix, che possiede il celebre marchio Award, è convinta che il CSS diverrà presto uno standard e che questo termine finirà, nei prossimi anni, per sostituire la parola “BIOS”.

“Attraverso il nostro Core System Software stiamo introducendo un cambiamento così straordinario da costituire la base del networked computing per i prossimi due decenni”, ha proclamato Albert Sisto, CEO di Phoenix. “Nei due decenni appena trascorsi il BIOS si è basato unicamente sullo standard originale di IBM: per tale motivo esso forniva solo una sicurezza limitata e nessun supporto alle reti. Oggi che quasi tutti i dispositivi sono connessi ad una rete è necessaria una piattaforma su cui implementare un’architettura espandibile e flessibile progettata specificamente per l’era del networked computing”.

I nuovi BIOS, che verranno commercializzati con il marchio d-NA (acronimo di Device-Networked Architecture), sfrutteranno le CryptoAPI di Windows per fornire servizi di sicurezza al sistema operativo e alle applicazioni.NET; offriranno funzionalità per il self-management, il self-healing e la self-authentication; saranno in grado di gestire in modo autonomo connessioni TCP/IP; e forniranno alcuni dei tool, fra cui uno per la sincronizzazione dei PDA, basati sulla tecnologia cME.

Fra le caratteristiche integrate nel CCS c’è il supporto alle specifiche del Trusted Computing Group (TCG), funzionalità per la diagnostica e la verifica degli errori, tool per il controllo e la gestione automatizzata delle configurazioni e delle policy di sistema, servizi di virtualizzazione e provisioning, un sistema avanzato di gestione dei consumi, uno stack TCP/IP, software per la gestione remota del sistema, meccanismi per il bilanciamento del carico e delle risorse di sistema, interfaccia XML e SOAP accessibile attraverso un browser.

Negli scorsi giorni Phoenix ha rilasciato la prima famiglia di firmware CSS, la cME TrustedCore NB, dedicata ai notebook e ai Tablet PC. Fra i primi produttori che l’adotteranno vi sono Fujitsu Siemens e Samsung.

Di recente Microsoft e Phoenix hanno annunciato una collaborazione tesa ad integrare il firmware CSS con le specifiche WinPE (Windows Preinstallation Environment), nello sviluppare nuove funzionalità di sicurezza e nel migliorare l’interoperabilità fra BIOS e sistema operativo.

Nonostante questo accordo, Phoenix ha assicurato che intende rendere accessibili le funzionalità fornite dal CSS anche ad altri sistemi operativi, primo fra tutti Linux.

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Pubblicato il
27 nov 2003
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