Pinguini scientifici e distro col fiato corto

Pinguini scientifici e distro col fiato corto

Nella vita di Linux c'è spazio per customizzazioni eccellenti a scopo eminentemente di ricerca. Ma anche per dibattiti sull'opportunità di sopperire alle carenze commerciali con l'impegno della community
Nella vita di Linux c'è spazio per customizzazioni eccellenti a scopo eminentemente di ricerca. Ma anche per dibattiti sull'opportunità di sopperire alle carenze commerciali con l'impegno della community

Quando Linux si dedica alla scienza , che cosa viene fuori? Ovviamente Scientific Linux , versione specialistica del multiforme sistema operativo del pinguino espressamente pensata per gli istituti di ricerca, i laboratori e le università sparse ai quattro angoli del globo. La distro è in sostanza una versione modificata di Red Hat Enterprise , e i principali mantainer del progetto ci tengono a sottolineare la leggerezza del “tocco” con cui hanno customizzato il sistema per adattarlo alle loro esigenze.

A volere Scientific Linux sono stati nomi importanti del panorama scientifico mondiale , come l’istituto statunitense Fermilab e il CERN di Ginevra (la “culla” del World Wide Web), vale a dire i principali protagonisti della ricerca sulla fisica ad alte energie. L’obiettivo fondamentale di SL è “ridurre la duplicazione degli sforzi dei laboratori, e avere una base installata comune ai vari sperimentatori”. Per mantenere una stretta compatibilità con Red Hat, i ricercatori hanno ridotto al minimo le modifiche ai sorgenti e l’aggiunta di nuovi pacchetti, come nel caso del file system OpenAFS e del client e-mail Pine .

Un’altra importante caratteristica di SL è l’introduzione dei “siti”, un sistema grazie al quale i laboratori possono customizzare ulteriormente la distro secondo le proprie specifiche esigenze modificando programma di installazione, pacchetti rpm , configurazioni e “qualsiasi altra cosa immaginabile” senza mettere mano al sistema operativo base .

Oltre che per le possibilità di personalizzazione di SL si parla bene anche di una gestione professionale e ben delineata, al contrario ad esempio di CentOS (che con SL ha molte somiglianze) passato per un periodo non proprio felicissimo in quanto a leadership e idee sul futuro del progetto.

E di futuro e nuove idee su come procedere si parla anche in casa (open)SUSE, dove in risposta alla riduzione della durata del supporto da 24 a 18 mesi la community si è attivata per ideare una nuova versione gratuita di SUSE Linux che colmi il gap tra openSUSE e l’edizione commerciale SUSE Linux Enterprise Server . Le idee espresse sulla mailing list di openSUSE a riguardo includono una versione regolare di openSUSE con un supporto a lungo termine chiamata “openSUSE LTS”, e una soluzione sul modello di CentOS che preveda la creazione di una distro gratuita “openSLE” partendo dai sorgenti del pacchetto SLES commerciale.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 4 set 2009
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