Pirateria online, nuovo patto USA-Corea del Sud

Pirateria online, nuovo patto USA-Corea del Sud

Tempi duri per downloader e siti web coreani che distribuiscono o facilitano la distribuzione di materiale protetto. Nasce una task-force congiunta USA-Corea, in grado di operare direttamente dietro richiesta delle major
Tempi duri per downloader e siti web coreani che distribuiscono o facilitano la distribuzione di materiale protetto. Nasce una task-force congiunta USA-Corea, in grado di operare direttamente dietro richiesta delle major

Seoul – Nella Corea del Sud sta per nascere un team investigativo congiunto americo-coreano, pensato per agire dietro espresso volere dei detentori dei diritti d’autore nell’individuazione e nella chiusura di portali web che permettano o facilitino la violazione del copyright.

Nato dagli sforzi diplomatici di Susan Schwab, dell’amministrazione Bush, la mente dietro il ben noto patto USA-Russia che ha stroncato l’espansione commerciale di AllofMp3.com , il patto ha ora prodotto la prima bozza di quello che sarà il Free Trade Agreement definitivo.

Parimenti al suddetto accordo con Mosca, l’intesa USA-Corea punta a “ridurre attivamente l’impatto dei nuovi mezzi tecnologici impiegati per commettere atti di pirateria online contro il copyright, e prevedere in genere una protezione più efficace dei diritti di proprietà intellettuale su Internet”. In tal senso, i cybercop agiranno direttamente nella chiusura dei siti web contenenti materiale illegale o che permettano tali infrazioni.

In particolare considerazione verranno poi tenuti i servizi di P2P che, dall’entrata in vigore del patto saranno oggetto delle investigazioni e dei rastrellamenti che le associazioni di categoria riterranno opportuno condurre. Basterà che RIAA, per citare l’esempio indicato da ars technica , decida di passare una sua lista di presunti condivisori a scrocco ai cybercop perché questi si attivino in maniera automatica , senza dover passare per le “lungaggini” legali generalmente necessarie per raccogliere prove e formulare accuse o denunce.

Il patto però fa discutere, non mancano le reazioni di chi teme un giro di vite sui diritti digitali: citando espressamente la volontà di perseguire chiunque anche solo “induca all’infrazione”, sostengono alcuni, l’intesa sembra dar carta bianca al governo, che sarà libero di chiudere portali e weblog e censurare contenuti creati dagli utenti da materiale pre-esistente.

A tal proposito, Electronic Frontier Foundation sta analizzando legalmente il caso, ma paventa anch’essa il rischio che la scure dell’industria – e del suo braccio armato costituito dal gruppo investigativo speciale creato dalle autorità – si abbatta su siti del tutto legittimi .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 1 giu 2007
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