Pirati cinesi contro industria USA

Pirati cinesi contro industria USA

Per la prima volta i discografici americani riescono a perseguire alcuni pirati cinesi che avevano postato su web materiali protetti
Per la prima volta i discografici americani riescono a perseguire alcuni pirati cinesi che avevano postato su web materiali protetti


Londra – Arriva dalla Cina una notizia che ha qualcosa di rivoluzionario: per la prima volta l’industria discografica americana è riuscita a costituirsi parte civile contro due siti cinesi che pubblicavano materiale illegale, ovvero musica protetta da diritto d’autore.

La International Federation of the Phonographic Industry si è così scagliata contro “My Web” e “Tekson” sostenendo che tra l’uno e l’altro sito, quasi mille brani musicali erano stati messi illegalmente online a danno di Universal, EMI, Sony e Warner. Alla Reuters la IFPI ha dichiarato: “la pirateria internet è divenuta una preoccupazione velocemente crescente per l’industria discografica . Stiamo lanciando questi due casi soprattutto per proteggere gli interessi legittimi delle aziende nostre affiliate”.

Va detto che uno dei problemi che la IFPI incontrerà è la mancanza di una legislazione specifica in Cina contro la distribuzione di materiali protetti su internet. Una “vacatio legis” che da sempre è nel mirino dell’industria, soprattutto americana, che cerca di farsi valere anche sul mercato cinese.

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Pubblicato il
17 dic 1999
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