Polizza anti-RIAA in tutta Europa?

Polizza anti-RIAA in tutta Europa?

Ci sta pensando la compagnia scandinava che la sta lanciando in Svezia, come reazione alle restrizioni contro i file sharer. Ma non sarà facile: molti gli ostacoli normativi
Ci sta pensando la compagnia scandinava che la sta lanciando in Svezia, come reazione alle restrizioni contro i file sharer. Ma non sarà facile: molti gli ostacoli normativi

È sempre più concreta l’idea avanzata da una compagnia di assicurazioni svedese per tutelarsi dalle possibili conseguenze legali della condivisione di file protetti da diritti d’autore: dopo le prime indiscrezioni, iniziano a trovare riscontro soluzioni fattibili per espandere ad altri paesi scandinavi la cosiddetta polizza anti-RIIA.

Sottoscrivendo tale polizza, è possibile essere tutelati in caso di denuncia. “I nostri clienti pagano 140 corone, 15 euro circa, diventando membri per un anno e, in caso di denuncia, pagheremo le loro multe” dichiara ad OUT-LAW il fondatore e dirigente della compagnia assicurativa Magnus Brath.

Tankafritt , questo il nome della società, è stata lanciata solo questa settimana ma l’ideatore del progetto pensa in grande: “Naturalmente esistono leggi diverse in ogni paese ma dovremmo poterci espandere nei paesi nordici in un futuro quantomeno non troppo distante” dice Brath. “Al momento la nostra è una compagnia molto piccola e non disponiamo delle risorse per andare in Europa rapidamente, ma ne stiamo valutando la possibilità”.

Non è una novità in Svezia, nazione in cui è molto sentita la sorte del file sharing, poiché un precedente legale esiste e permette di coprire sul piano assicurativo il pagamento delle multe automobilistiche. La compagnia appare anche come forma di protesta contro le recenti modifiche alla legge sul diritto d’autore, divenuta molto più restrittiva la scorsa estate. “Le leggi sul file sharing sono abbastanza recenti in Svezia e hanno dato luogo a vivaci dibattiti e discussioni politiche”, sottolinea infatti Brath. “Dichiariamo con forza che non approviamo le nuove leggi e chiediamo che tornino ad essere come erano prima”.

Un’ espediente , dunque, che in altri paesi potrebbe però incontrare notevoli difficoltà applicative. Lo ha ricordato un portavoce dell’ Association of British Insurers secondo cui la legge inglese non permetterebbe di far valere un contratto relativo ad attività illegali.

Ad ogni modo, oltre alla copertura economica per qualsiasi azione legale contro un assicurato, Brath offre ai membri “perseguitati” una t-shirt. Vi si legge l’emblematica frase: “Sono stato condannato per la condivisione di file e tutto ciò che ho ottenuto è questa stupida t-shirt”.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il 5 lug 2006
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