Privacy, c'è posta per Facebook

Privacy, c'è posta per Facebook

Nuova missiva presentata da due Congressman statunitensi al sito in blu. Chiedono spiegazioni in merito alle ultime modifiche alla policy sulla privacy in materia di accesso a indirizzi e numeri di telefono
Nuova missiva presentata da due Congressman statunitensi al sito in blu. Chiedono spiegazioni in merito alle ultime modifiche alla policy sulla privacy in materia di accesso a indirizzi e numeri di telefono

Ritornano alla carica i due membri del Congresso Edward Markey e Joe Barton, co-presidenti della House of Representatives’ Privacy Caucus , che hanno nuovamente presentato una lettera al CEO di Facebook . Nella lettera si chiede di spiegare la politica su cui si fondano gli ultimi cambiamenti di impostazione della privacy , in particolare quelli annunciati un mese fa riguardanti i numeri di telefono e gli indirizzi di residenza.

Circa un mesetto fa, Facebook aveva comunicato agli sviluppatori che avrebbero potuto usare i seguenti tasselli nella programmazione: “User_address” e “user_mobile_phone”, in modo tale che determinate applicazioni potessero usufruire del numero di telefono e dell’indirizzo di residenza qualora tali informazioni fossero state inserite nel profilo.

A seguito di una protesta da parte degli utenti, pochi giorni più tardi il sito in blu aveva annunciato che avrebbe messo momentaneamente da parte i nuovi piani al fine di aggiornare il sistema “per aiutare a condividere queste informazioni quando si intende farlo”, dunque rendere esplicita agli utenti la procedura e concedere l’accesso alle loro nuove informazioni di contatto solo a determinati contatti.

I due membri del Congresso, avendo visto in tale azione un vero nuovo problema per la privacy degli iscritti , hanno posto all’attenzione di Zuckerberg degli interrogativi in merito a tali nuove impostazioni, momentaneamente in standby.
“Prima della decisione di attivare la nuova funzione – si legge nella missiva – Facebook ha preso in considerazione i rischi per bambini e adolescenti riguardo alla possibilità di terzi di poter accedere ai loro indirizzi di casa e numeri di telefono cellulare attraverso Facebook?” E ancora, “quale ruolo hanno svolto queste considerazioni sulla scelta di procedere o meno con il lancio di tale funzione?”
Al sito blu è stato inoltre chiesto nel dettaglio quali tipi di informazioni sverrebbero condivise con le imprese e terzi una volta che la nuova funzionalità entrerà di nuovo in regime.

“Facebook – ha dichiarato Markey – ha bisogno di proteggere le informazioni personali dei propri utenti per garantire che il sito non diventi una rubrica”. “Ecco perché – ha continuato – sto chiedendo delle risposte alle mie domande, per capire meglio le pratiche in materia di accesso alle informazioni personali degli utenti da parte di terzi”. “Si tratta – ha ribadito – di dati sensibili e hanno bisogno di essere protetti”.

Il sito in blu, ha evidenziato il Congressman , si trova da tempo coinvolto in questioni che hanno a che fare con la tutela della privacy dei moltissimi utenti fedeli al sito, molte di tali controversie hanno a che fare con le pratiche di advertising. “Ma questa nuova impostazione – ha concluso Markey – sembra andare ancora oltre. Inoltre, non ho capito quali siano i vantaggi per gli sviluppatori di Facebook, o perché tale nuovo cambiamento risulti addirittura necessario”.

In una nota un portavoce di Facebook ha dichiarato che “come azienda innovativa che risponde alle esigenze dei propri utenti, crediamo che ci sia un enorme valore nel dare alle persone la libertà e il controllo di recuperare informazioni inserite su Facebook”. “Noi – ha continuato – consentiamo alle persone di condividere tali informazioni solo dopo l’autorizzazione esplicita alle singole domande per l’accesso. Questo sistema di autorizzazioni da parte dell’utente è stato progettato in collaborazione con un certo numero di esperti in materia di privacy”. “Dopo il lancio di questa nuova funzionalità – ha concluso – abbiamo assistito ad alcuni commenti e abbiamo accettato l’idea che si possono attuare ulteriori miglioramenti. La società sta lavorando su questo e non vediamo l’ora di condividere questi progressi subito”.

Facebook, che venerdì scorso ha compiuto
i suoi sette anni di vita, ha tempo fino al 23 febbraio per rispondere alla lettera presentata dai due repubblicani.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
7 feb 2011
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