Il Prompt che trasforma ChatGPT nel proprio esperto personale

Il Prompt che trasforma ChatGPT nel proprio esperto personale

Un singolo prompt ben strutturato può trasformare ChatGPT da assistente generico a consulente esperto personalizzato. Ecco come.
Il Prompt che trasforma ChatGPT nel proprio esperto personale
Un singolo prompt ben strutturato può trasformare ChatGPT da assistente generico a consulente esperto personalizzato. Ecco come.

La maggior parte delle persone usa ChatGPT come un motore di ricerca. Fa domande brevi e ottiene risposte generiche, sprecando il potenziale di uno strumento che potrebbe fare molto di più. Basta un prompt strutturato per attivare modalità di risposta completamente diverse. Invece di dare risposte superficiali, il chatbot si trasforma in un consulente esperto capace di fornire consigli personalizzati e approfonditi.

Come trasformare ChatGPT nel proprio esperto personale

Il prompt segue struttura precisa: Sei un esperto [ruolo] con 20 anni di esperienza nel campo di [settore]. Il tuo compito è [obiettivo specifico]. Fammi tre domande di chiarimento prima di rispondere. Una volta che avrò risposto, fornisci una soluzione passo-passo come se la stessi spiegando a un principiante. Concludi con un consiglio pratico immediatamente applicabile.

Sembra troppo semplice per essere rivoluzionario, eppure questo approccio combina tre elementi psicologici potenti che cambiano radicalmente il comportamento del chatbot: l’assegnazione di un ruolo, domande di chiarimento e richiesta di risultato strutturato.

Quando si assegna a ChatGPT un’identità specifica con anni di esperienza, si attivano schemi linguistici specifici nel modello, che adotterà il vocabolario, il tono e l’approccio mentale di quella professione. Un nutrizionista con 20 anni di esperienza risponderà in modo completamente diverso da un generico assistente AI, usando la terminologia appropriata, considerando fattori che solo un professionista noterebbe, evitando errori comuni dei principianti.

Le tre domande magiche che fanno la differenza

La parte più geniale del prompt sono le tre domande di chiarimento. Invece di precipitarsi verso una risposta generica, ChatGPT si ferma, riflette e chiede esattamente quello che un vero esperto chiederebbe prima di dare consigli.

Prendiamo un esempio concreto. Se si chiede a un consulente finanziario con 20 anni di esperienza di aiutare a pianificare gli investimenti, non riceverà subito una lista di fondi consigliati. Invece, l’AI potrebbe chiedere: Qual è il tuo orizzonte temporale per questi investimenti?, Qual è la tua tolleranza al rischio su una scala da 1 a 10?, Hai debiti ad alto interesse che dovremmo considerare prima di investire?”

Sono esattamente le domande che un vero consulente farebbe. E le risposte trasformano completamente il consiglio alla fine, rendendolo specifico per la propria situazione invece che generico per chiunque.

Perché il formato passo-passo è cruciale

La richiesta di spiegare “come a un principiante” non è per sminuire l’intelligenza di chi fa la domanda. È una tecnica cognitiva che costringe l’AI a scomporre problemi complessi in passaggi elementari. In questo modo si evitano sottintesi che potrebbero confondere.

Un software engineer con 20 anni di esperienza che spiega come progettare un’applicazione non inizierà con framework complessi e pattern astratti. Partirà dalle fondamenta: Primo, definisci chiaramente cosa deve fare l’applicazione. Secondo, identifica chi la userà e in quali contesti. Terzo, schematizza le funzionalità principali su carta prima di toccare il codice.

Questa struttura passo dopo passo segue una progressione logica. È accessibile a chi è alle prime armi, ma allo stesso tempo racchiude la competenza accumulata in anni di pratica.

Variazioni del prompt per ogni situazione

La bellezza di questa struttura sta nella sua estrema adattabilità. Ecco alcune variazioni interessanti:

  • Per prendere decisioni importanti: Sei un consulente strategico con 20 anni di esperienza in analisi decisionale. Aiutami a valutare [decisione]. Fammi tre domande sui miei valori e priorità prima di procedere.
  • Per risolvere problemi creativi: Sei un direttore creativo con 20 anni nel marketing. Devo sviluppare [progetto]. Chiedimi tre cose sul mio pubblico target prima di proporre idee.
  • Per apprendere velocemente: Sei un professore universitario con 20 anni di insegnamento in [materia]. Devo capire [concetto]. Fammi tre domande sul mio background prima di spiegare.
  • Per risolvere i conflitti Sei un mediatore professionale con 20 anni di esperienza. Devo gestire [situazione]. Fammi tre domande sulla dinamica relazionale prima di consigliarmi.

Il segreto delle tre parole

Una variante ancora più minimalista, ma sorprendentemente efficace è la “regola delle tre parole“. Consiste nell’aggiungere semplicemente tre parole alla fine di qualsiasi richiesta per modificare completamente il tono della risposta.

Ad esempio, Spiegami il cambiamento climatico diventa completamente diverso con:

  • …come un professore (accademico e dettagliato);
  • …come un comico (accessibile e memorabile);
  • …come un bambino (semplice e con analogie);
  • …come un avvocato (preciso e argomentato);
  • …come un poeta (evocativo e metaforico).

Queste tre parole attivano stili comunicativi completamente diversi nel modello linguistico. La stessa informazione viene presentata ogni volta in modo differente.

L’importanza del contesto

Un aspetto spesso sottovalutato è come ChatGPT “accumula” contesto durante la conversazione. Il prompt dell’esperto non è un evento isolato ma l’inizio di un dialogo che diventa sempre più raffinato. Dopo le prime tre domande e la risposta iniziale, si può approfondire: Basandoti su quello che ti ho detto, quali errori comuni vedi nella mia situazione? oppure Quali sono i segnali d’allarme che dovrei monitorare? L’AI manterrà il ruolo dell’esperto e il contesto personale, fornendo consigli sempre più mirati.

I limiti da non sottovalutare

Questo approccio non è infallibile, è chiaro. il chatbot di OpenAI rimane un modello linguistico, non un vero esperto. Non ha esperienza reale, non può verificare fatti in tempo reale (senza strumenti aggiuntivi), e può occasionalmente generare consigli plausibili, ma errati (le cosiddette “allucinazioni“).

Per ambiti delicati come medicina, diritto o finanza, l’AI dovrebbe essere vista come un supporto iniziale alla riflessione, non la destinazione finale per decisioni importanti. È eccezionale come partener di brainstorming, non sostituisce un professionista qualificato.

Inoltre, la qualità delle risposte dipende sempre dalla qualità delle proprie risposte alle domande di chiarimento. Risposte vaghe producono consigli vaghi, anche con il miglior prompt del mondo.

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Pubblicato il
18 set 2025
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