Proxima b, un esopianeta abitabile dietro l'angolo?

Proxima b, un esopianeta abitabile dietro l'angolo?

I ricercatori confermano la scoperta di una pianeta simile alla Terra a pochi anni luce dal Sistema Solare. Un ottimo punto di partenza per l'esplorazione della Galassia
I ricercatori confermano la scoperta di una pianeta simile alla Terra a pochi anni luce dal Sistema Solare. Un ottimo punto di partenza per l'esplorazione della Galassia

Dopo le prime indiscrezioni ufficiose pubblicate dalla stampa tedesca, gli astronomi impegnati presso lo European Southern Observatory (ESO) hanno ora confermato di aver scoperto un nuovo esopianeta dalle caratteristiche a dir poco promettenti: Proxima b è molto vicino alla Terra, e sembra avere tutto il necessario per ospitare la vita.

Il nuovo pianeta roccioso orbita intorno a Proxima Centauri, astro classificato come nana rossa sul diagramma di Hertzsprung-Russell facente parte del sistema stellare di Alfa Centauri; si tratta di un “viaggio” di appena 4,25 anni luce dal Sistema Solare, il che fa di Proxima b l’esopianeta più vicino alla Terra mai individuato.

Il nuovo pianeta è molto più vicino alla propria stella rispetto all’accoppiata Terra-Sole e ha quindi un “anno” della durata di appena 11,2 giorni terrestri, ma le nane rosse hanno un’attività a dir poco calmierata rispetta alle stelle gialle come il Sole e un ciclo di vita migliaia di volte superiore.

Tutto questo contribuisce a far si che su Proxima b ci siano le condizioni ideali per la formazione di acqua liquida in superficie, almeno in teoria: nella pratica, il sistema di indagine utilizzato dai ricercatori (spettroscopia Doppler) non permette al momento di fare molte ipotesi sulla composizione del pianeta né sull’eventuale presenza di un’atmosfera.

Ciò detto, il fatto di avere un esopianeta simil-Terra così vicino apre possibilità di ricerca future a dir poco promettenti: gli osservatori che prenderanno il posto del telescopio Hubble avranno di che analizzare, mentre i progetti più ambiziosi e folli come le sonde di Breakthrough Initiatives – sparate al 20 per cento della velocità della luce e capaci in teoria di raggiungere e scattare foto ad Alfa Centauri in 20 anni terrestri – hanno un nuovo obiettivo da tenere nel mirino.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 26 ago 2016
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