Pulitzer, per la terza volta online

Pulitzer, per la terza volta online

Ancora una volta premiati giornalisti online: non è una novità. Che sia di bit o di carta, un buon lavoro resta un buon lavoro
Ancora una volta premiati giornalisti online: non è una novità. Che sia di bit o di carta, un buon lavoro resta un buon lavoro

Per il terzo anno di fila fra i vincitori 1 di un Pulitzer figurano protagonisti dell’informazione online: quest’anno ad essere premiati sono stati l’inviato di guerra David Wood dell’ Huffington Post e il vignettista Matt Wuerker di Politico.com .

Wood ha vinto il premio per la serie di reportage “Beyong the Battlefild”: un lavoro che l’ha occupato per 8 mesi, un lasso di tempo così lungo concessogli anche perché lavorava su una piattaforma diverse dai giornali tradizionali come l’ HuffPost .

Per quanto possano dirne diversi media italiani , peraltro, non si tratta della prima volta che ad aggiudicarsi l’ambito premio è un sito online: anzi è la terza volta che succede. Per altro, che siano online o offline, per aggiudicarsi un Pulitzer si deve trattare sempre di buoni lavori: fare distinzione tra quanto è fatto di carta o di bit ha poco senso.

Già nel 2010 si erano aggiudicati il Pulitzer un’inchiesta di ProPublica e una vignetta di un sito legato al San Francisco Chronicle . E nel 2011 è stato premiato nuovamente ProPublica con un’altra inchiesta, stavolta inedita su cartaceo (nel 2010 era invece uscito in contemporanea sulle pagine domenicali del New York Times ).

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 apr 2012
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