Quell'odore di videogame

Quell'odore di videogame

Hai voglia di odore di napalm la mattina presto?
Hai voglia di odore di napalm la mattina presto?

I videogame, componente fondamentale dell’addestramento dei soldati professionisti da spedire in guerra in giro per il mondo, presto emaneranno odori.

il Maggiore Dal Pentagono statunitense al Ministro della Difesa britannico, gli eserciti del mondo ricco servono le immersioni virtuali di certi videogame come gli FPS come “antipasto” di quello che i militari dovranno affrontare in Afghanistan, in Iraq o altrove. Giustappunto dal MoD inglese arriva l’ultima novità in fatto di tecnologia di addestramento virtuale, una tecnologia che letteralmente odora degli (o)lezzi tipici dell’ambientazione replicata nel gioco .

Sviluppato dal team delle tecnologie di interfaccia della University of Birmingham, il nuovo sistema consiste in un box da collegare al PC, box che si incaricherà di diffondere un odore diverso in relazione ai differenti terreni e ambientazioni che il soldato-giocatore si troverà ad attraversare durante l’addestramento virtuale.

Nella simulazione di un tipico scenario da Medio Oriente, dice il Telegraph , il box “puzzone” può emanare una serie di odori come quelli del corpo umano, delle fognature, degli ortaggi marcescenti (sic!), di spezie e della polvere da sparo che impregna e rende pungente l’aria dopo l’esplosione di decine, centinaia o migliaia di colpi di fucili-mitragliatori automatici. Un concept tutt’altro che nuovo, ma questa volta, forse, oltre all’interesse videoludico in sé c’è anche un interesse, e il denaro, dei militari.

In attesa di passare alla sperimentazione durante il 2009, la tecnologia messa a punto dai ricercatori di Birmingham verrà provata prima di tutto sugli studenti e poi, se si rivelerà efficace, consegnata all’esercito che la impegnerà con i soldati. Il vantaggio, per i professionisti della guerra, è indubbio: l’olfatto è un elemento fondamentale per la memoria e la contestualizzazione delle esperienze, essere preparati a quello che è in attesa là fuori non può che servire da valido supporto allo stato psicologico generale del combattente quando sarà sul campo.

Ma c’è di più, oltre all’esercito e alla guerra “reale”: i ricercatori sono convinti del fatto che, se le sperimentazioni avessero il successo sperato, la tecnologia di “virtua-puzza” potrebbe essere facilmente adattata al mercato dei videogame (quindi PlayStation 4, Xbox “X” e PC), entro il 2011. Sperando che Obama non metta al bando i videogame nel mentre, chi è che non ha desiderato ardentemente, almeno una volta nella vita, di bruciarsi i polmoni virtuali con l’odore di napalm di primo mattino?

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 nov 2008
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