Rambus reclama bit di DDR2

Rambus reclama bit di DDR2

Dopo importanti vittorie nella rivendicazione di brevetti alla base delle memorie SDRAM, Rambus ora si spinge sulle tecnologie alla base delle memorie DDR2. Partite le prime denunce
Dopo importanti vittorie nella rivendicazione di brevetti alla base delle memorie SDRAM, Rambus ora si spinge sulle tecnologie alla base delle memorie DDR2. Partite le prime denunce


Los Altos (USA) – Il noto chip designer Rambus ha fatto causa a tre celebri produttori di memorie, Hynix Semiconductor, Nanya Technology e Infineon Technologies, accusandoli di violare alcune sue proprietà intellettuali che si troverebbero alla base dei chip di memoria DDR2, GDDR3 e GDDR3.

Rambus sostiene che i tre colossi, inclusa una joint venture tra Nanya e Infineon chiamata Inotera Memories, infrangono fino a 18 diversi brevetti relativi a varie tecnologie di memoria. Oltre ad un risarcimento danni, la società ha chiesto un’ingiunzione che impedisca alle accusate di continuare a violare i suoi brevetti.

La querela è solo l’ultima di una lunga serie di azioni legali che, da alcuni anni, vedono contrapposta Rambus ad alcuni dei più grandi produttori al mondo di memorie DRAM. La vicenda ha avuto inizio nel 2000, quando Rambus ha annunciato di possedere il brevetto della synchronous memory interface, l’interfaccia utilizzata nelle memorie SDRAM e DDR SDRAM, e di essere intenzionata a pretendere il riconoscimento dei relativi diritti da parte di tutti i produttori di memorie che utilizzano tale tecnologia. Da quel momento Rambus ha sguinzagliato i propri avvocati e ha iniziato a cercare accordi con numerose imprese del settore affinché queste le pagassero le dovute royalty.

Buona parte dell’industria delle memorie SDRAM, le stesse riunite nel consorzio JEDEC, ha duramente contestato la validità del reclamo di Rambus, tanto che negli ultimi tre anni quest’ultima è stata impegnata in diverse cause legali per violazione di brevetto con colossi che, oltre ai nomi già citati, comprendono Micron, Samsung, Siemens e Toshiba. Dopo alcuni scivoloni iniziali, negli ultimi due anni Rambus è riuscita ad incassare alcune importanti vittorie contro Infineon, Hynix e la Federal Trade Commission (FTC) americana: in tutti questi casi l’azienda è stata scagionata dall’accusa di aver frodato il JEDEC e di averlo spinto ad adottare alcune delle sue tecnologie coperte da brevetto come standard industriale.

Secondo i suoi accusatori, infatti, Rambus si sarebbe avvalsa di quei brevetti per danneggiare la concorrenza e raccogliere royalty da molti dei produttori che utilizzano lo standard SDRAM nei loro prodotti. Il JEDEC sostiene, in particolare, che all’epoca della partecipazione di Rambus alla creazione dello standard SDRAM quest’ultima avrebbe nascosto a tutti di essere in possesso di brevetti legati a questa tecnologia.

Lo scorso anno Rambus ha accusato le sue rivali di collusione , sostenendo che si sono messe d’accordo per far lievitare il prezzo delle sue memorie RDRAM.

Alcuni produttori, come Toshiba e Samsung, stanno già versando nelle casse di Rambus royalty per la produzione delle memorie DDR. Molti processi, tuttavia, sono ancora in corso: gli analisti sostengono che se Rambus dovesse uscire vittoriosa anche da queste cause, potrebbe incassare milioni di dollari all’anno in royalty e licenze. Una cifra destinata a crescere ulteriormente se il tribunale accogliesse anche i reclami di Rambus relativi alle DDR2: questo tipo di memoria, già diffusissimo sulle schede grafiche, dallo scorso anno ha cominciato a farsi strada anche sui PC.

Rambus, nonostante tutto, non vive di sole cause legali. L’azienda ha di recente progettato un nuovo tipo di memoria, chiamata XDR DRAM , capaci di fornire velocità di trasferimento dati fino a 10 volte superiori a quelle di una normale DDR400. Le XDR sono le prime candidate all’inclusione nella futura PlayStation 3 di Sony e, più in generale, nei dispositivi basati sui processori Cell. Proprio in questi giorni Samsung ha iniziato la produzione in volumi di chip di memoria XDR da 256 Mbit con una banda passante di 8 Gbit al secondo.

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Pubblicato il
27 gen 2005
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