Random023 /Netville!

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Netville è composta da 120 abitazioni completamente cablate e collegate in una rete locale, le case hanno un accesso veloce ad Internet e fra loro anche la possibilità di usare il videotelefono, il tutto senza alcuna spesa
Netville è composta da 120 abitazioni completamente cablate e collegate in una rete locale, le case hanno un accesso veloce ad Internet e fra loro anche la possibilità di usare il videotelefono, il tutto senza alcuna spesa


Web – Ogni tanto c’è ancora qualcuno che ripropone il solito luogo comune: “l’uso della comunicazione elettronica isola le persone, peggiora i contatti sociali ed interpersonali”, un’affermazione che, sebbene sia teoricamente sostenibile, non ha però sempre un diretto riscontro pratico. Secondo una ricerca condotta da due ricercatori della Università canadese di Toronto è vero esattamente l’opposto e cioè che una comunità “cablata” educa le persone a migliori rapporti con i vicini.

Netville è il nome di fantasia dato ad un agglomerato urbano ad un’ora d’auto da Toronto dove i ricercatori hanno condotto negli ultimi due anni uno studio sull’impatto che la crescita della CMC (Comunicazione Mediata da Computer) tra gli abitanti ha sulle loro relazioni sociali.

Netville è composta da 120 abitazioni completamente cablate e collegate in una rete locale, le case hanno un accesso veloce ad Internet e fra loro anche la possibilità di usare il videotelefono, il tutto senza alcuna spesa. In cambio, gli abitanti hanno accettato di diventare oggetto dello studio condotto da una società non profit. La maggior parte degli abitanti è sposata ed appartiene alla classe media (un reddito familiare medio di 50 mila dollari l’anno) e la metà di loro è laureata. Problemi tecnici ed organizzativi hanno impedito ad una parte della comunità di essere collegata in Rete ma le hanno dato l’opportunità di fungere da gruppo di controllo.

La ricerca è partita dalle premesse della sociologia e della etnologia classica a proposito dei processi di urbanizzazione e di trasformazione delle società che passano da una economia basata principalmente sull’agricoltura ad una più moderna ed ha analizzato gli effetti sulle relazioni sociali, sia “off-line” che “on-line”, di un gruppo di persone che fa un uso intensivo della comunicazione elettronica.

I risultati preliminari suggeriscono che le relazioni sociali degli abitanti di Netville non si sviluppano esclusivamente “on-line” ma che hanno anche un ampio riflesso su quelle che avvengono “off-line”. E ‘ stato anche rilevato che le persone che utilizzano la CMC aumenterebbero il loro numero di conoscenze interpersonali rispetto a coloro che non la utilizzano. Ovviamente rimandiamo al testo originale dell’articolo per informazioni più dettagliate e precise riguardo le premesse teoriche e la metodologia adottata.

I detrattori di ipotesi del genere di quelle dei due ricercatori canadesi potrebbero far rilevare che un conto è studiare un piccolo gruppo di persone ed un altro è trasportare in un contesto metropolitano le loro teorie; qualcuno poi potrebbe osservare che il fatto di sapere di essere oggetto di una ricerca conduce inevitabilmente ad un comportamento che è tutto meno che “spontaneo”. Infine qualcuno potrà dire che comunicare col vicino di casa via posta elettronica è una cosa decisamente bizzarra.

Senza voler entrare in una discussione su chi abbia ragione e chi torto, ci sono però alcune riflessioni che si possono fare a proposito dell’esperienza di coloro che utilizzano la comunicazione via computer.

Sicuramente l’aumento della comunicazione fra le persone (diretta o via e-mail) è un fatto positivo che va, anche a lungo termine, nella direzione del miglioramento dei rapporti interpersonali e sociali e del raffreddamento di situazioni potenzialmente pericolose per la collettività.

Il fatto di dover utilizzare un computer per scrivere, oltre che per guardare siti web o giocare (a Netville la maggior parte delle interazioni on-line avveniva attraverso l’e-mail), è non solo una bella rivincita della “vecchia” Internet in “modo testo” ma anche una maniera per riappropriarsi di un modello di comunicazione che fra tv, dvd e playstation rischiava di scomparire.

Una rivincita della parola sull’immagine che, in una società come quella di oggi e in una Internet sempre più assetata di “banda”, potrebbe forse segnalare l’inizio di una inversione di tendenza che potrebbe avere dei risvolti decisamente positivi per tutta la Rete.

Giuseppe

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Pubblicato il
29 set 2000
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