RetroShare, di darknet e falsi amici

RetroShare, di darknet e falsi amici

Un utente tedesco è stato bandito dalla rete di condivisione anonima perché colto nel trasferimento di un file in violazione del copyright. Tra i suoi contatti fidati c'era un gruppo anti-pirateria
Un utente tedesco è stato bandito dalla rete di condivisione anonima perché colto nel trasferimento di un file in violazione del copyright. Tra i suoi contatti fidati c'era un gruppo anti-pirateria

In libera circolazione dal lontano 2006, la darknet RetroShare permette agli utenti della Rete di scambiarsi comunicazioni e contenuti cifrati, a partire da una cerchia ristretta di amici e contatti trusted (fidati) tramite la condivisione di certificati crittografici PGP. Con il totale dei download in continua espansione, RetroShare garantisce ai suoi seguaci un elevato livello di sicurezza nell’ombra dell’anonimato cibernetico.

Un recente caso tedesco ha però fatto scattare l’allarme per tutti gli utenti di RetroShare, che d’ora in poi presteranno maggiore attenzione alla selezione dei cosiddetti amici fidati . Un giudice di Amburgo ha emesso una specifica ingiunzione nei confronti di un utente rimasto anonimo, che dovrà rimanere fuori dalla darknet per evitare una multa da 250mila euro e un periodo di detenzione pari a 6 mesi .

Ad incastrare il misterioso utente, uno dei suoi contatti fidati sulla darknet, in realtà una società specializzata nelle attività di analisi delle reti digitali a caccia di materiale protetto dal diritto d’autore. Identificato dal falso amico su RetroShare, il netizen tedesco era stato accusato di trasferimento illegale di canzoni, ora cacciato dalla stessa RetroShare perché ritenuto responsabile dal giudice tedesco .

Diverso il parere della società legale Wilde Beuger Solmecke, a sottolineare come lo scambio anonimo su RetroShare non avvenga tra milioni di utenti come nel caso delle comuni reti di file sharing . In sostanza, nessuna distribuzione dei file al pubblico, bensì tra pochi intimi – oltretutto anonimi – sulla darknet. Per la corte di Amburgo, l’utente è unico responsabile del trasferimento illecito dei contenuti cifrati.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
26 nov 2012
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