RIAA licenzia la sua spia preferita

RIAA licenzia la sua spia preferita

Per anni ha tenuto d'occhio le reti P2P e fornito carne da denuncia per i cannoni delle major discografiche. Ma ora MediaSentry non serve più
Per anni ha tenuto d'occhio le reti P2P e fornito carne da denuncia per i cannoni delle major discografiche. Ma ora MediaSentry non serve più

Gettata via come una scopa vecchia, MediaSentry non serve più agli scopi di RIAA: lo sniffatore delle reti, il bracco del peer-to-peer , l’indagatore del file sharing tanto caro alle major del disco, del cinema e della musica non ha più un ruolo nella grande strategia di assalto alla pirateria digitale. O, comunque, non serve più alle corporation che con RIAA in questi anni hanno dato vita al più grande assalto giudiziario ai comportamenti di decine di milioni di persone.

Ad averlo annunciato nelle scorse ore è il Wall Street Journal , in un articolo che racconta però solo un pezzo di verità. La realtà, infatti, è che i metodi di MediaSentry non sono piaciuti a molte istituzioni locali statunitensi, ci sono Stati nei quali l’azienda non può neppure operare al pieno delle proprie possibilità tecniche: l’invasività dei sistemi di indagine , già fuorilegge altrove, ha spinto aziende associate alla RIAA ad allontanarsi da certi metodi. MediaSentry, insomma, era una spia scomoda e ingombrante , come segnala correttamente BetaNews .

Che l’azienda dedita all’indagine sui file scambiati dagli utenti sia oggi di scarso interesse per RIAA è piuttosto ovvio. Le major del disco hanno smesso di utilizzare certi sistemi per colpire i singoli condivisori e di certo non hanno più bisogno di colpire nonne e altri innocenti al solo scopo di far paura. Come ben sanno i lettori di Punto Informatico , RIAA ha di recente annunciato un cambio di rotta epocale : basta con le denunce contro gli utenti, sebbene i casi aperti andranno avanti fino a conclusione, e dirottamento di tutti gli sforzi verso i provider, per trasformare chi fornisce l’infrastruttura nel filtro antitutto delle major .

Come sottolinea più di qualcuno, inoltre, l’uscita di MediaSentry dal carnet RIAA non deve trarre in inganno: le major dovranno continuare a tracciare l’utilizzo della loro musica sui circuiti di sharing, perché dovranno allertare i provider nel quadretto legislativo ed operativo su cui stanno lavorando in mezzo mondo. Se avranno successo , l’intero rapporto tra fornitori di servizi Internet e utenti, e della responsabilità legale conseguente, verrà stravolto, e avrà inizio una nuova era .

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Pubblicato il 7 gen 2009
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