Rimpatriati i trojan writer dello spionaggio

Rimpatriati i trojan writer dello spionaggio

I due israeliani tornano a casa: su di loro pendono accuse pesantissime, quelle di aver realizzato con cavalli di Troia studiati ad hoc un sistema di spionaggio industriale. Il clamoroso caso coinvolge 18 persone
I due israeliani tornano a casa: su di loro pendono accuse pesantissime, quelle di aver realizzato con cavalli di Troia studiati ad hoc un sistema di spionaggio industriale. Il clamoroso caso coinvolge 18 persone


Tel Aviv (Israele) – Stanno rientrando in Israele in queste ore dal Regno Unito due cittadini dello stato ebraico che sono accusati di essere la mente informatica di un progetto di spionaggio industriale condotto a colpi di trojan diffusi sui computer di società rivali.

Ruth e Michael Haephrati, arrestati l’anno scorso nel loro domicilio londinese, avrebbero creato dei cavalli di Troia con cui i propri clienti, società internazionali senza scrupoli, avrebbero ottenuto informazioni riservate sui propri concorrenti: riuscendo a infettare i sistemi informativi di questi ultimi, infatti, si facevano “recapitare” telematicamente documenti e conversazioni email, potendo così poi agire direttamente contro i propri competitor.

Michael Haephrati, indagato assieme alla moglie e a 16 altre persone, alcune delle quali sono investigatori privati considerati complici di manager corrotti, secondo gli investigatori ha guadagnato almeno 3mila euro per ogni trojan realizzato. Questo era studiato per non assomigliare al malware già in circolazione e riuscire così a valicare le difese informatiche delle imprese oggetto dell’assalto telematico.

La coppia, che sarà detenuta in custodia cautelare per una decina di giorni, sarà sottoposta ora all’interrogatorio della polizia israeliana che sta indagando sul caso che nel tempo si è “ingrossato” andando a toccare numerose società del paese ora coinvolte nell’inchiesta.

I due saranno poi sottoposti ad un procedimento legale che potrebbe concludersi con una sentenza pesante, fino a cinque anni di carcere , con possibili aggravanti visto che in gioco c’è anche il furto di dati, considerato in modo assai severo dalle leggi israeliane. Proprio per alleggerire la pena, la coppia ha già reso noto agli investigatori di voler collaborare al massimo grado e la loro testimonianza potrebbe risultare decisiva nell’inquadrare con esattezza chi e in che modo ha commissionato quei trojan e chi altri è coinvolto in questo schema truffaldino.

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Pubblicato il 1 feb 2006
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