Roma – Router capaci di selezionare rapidamente solo le comunicazioni internet di un certo utente. Questo, in sintesi, l’obiettivo di un progetto su cui sta lavorando il colosso del networking Cisco Systems, che intende dare ai provider un più facile strumento di intercettazione, da utilizzare per consegnare informazioni e dati sul traffico internet alle forze dell’ordine.
L’idea non è nuova, è quella della cosiddetta “lawful interception”, cioè di tecnologie dell’hardware Cisco che si occupa del traffico di rete capaci di impedire che le operazioni di intercettazione siano portate alla luce. Allo stesso tempo questi sistemi impedirebbero, nella visione di Cisco, che forze dell’ordine operanti su un certo soggetto vengano a conoscenza di intercettazioni operate da altre agenzie sullo stesso soggetto. Non solo: se un provider proteggesse con sistemi di cifratura le comunicazioni dei propri utenti potrà ora essere in grado più facilmente di fornire il tutto in forma decifrata alle autorità.
Come si legge in un articolo-intervista pubblicato da Cnet, Cisco sta predisponendo queste tecnologie sostenendo che sono i propri clienti a chiedere all’azienda di facilitare il loro compito. Sempre più spesso, infatti, ai provider viene chiesto dalle forze dell’ordine di rilasciare informazioni sul traffico internet dei propri utenti, un lavoro che ora potrebbe essere semplificato di molto. Della cosa si dibatte anche su Slashdot.
Secondo Cisco, il sistema non solo consente di individuare più specificamente il traffico di interesse ma anche impedisce che alle forze dell’ordine arrivino informazioni su altri utenti non richieste espressamente. Oggi come oggi, infatti, il provider fornisce log che vengono poi analizzati nel dettaglio dalle autorità di polizia, che devono scremarli per individuare l’informazione di interesse. Come a dire, cioè, che il controllo più specifico del singolo utente si traduce in una qualche forma di garanzia per gli altri.
Chi si sente più sicuro alzi il mouse.