Una stella davvero misteriosa è stata da poco individuato, come svelato sulle pagine di Nature. Si parla di un qualcosa di mai visto prima, non somigliante a oggetti cosmici conosciuti, che presenta una peculiarità davvero sorprendente. Come rilevato infatti dalle analisi, si parla di emissioni di onde radio con intervalli regolai, dalla durata di circa 20 minuti, in realtà poco più di di 18.
Parliamo di impulsi piuttosto lenti e lunghi dalla durata di diversi secondi, che di sicuro continueranno a essere studiati, trattandosi di una scoperta nel campo dell’astrofisica davvero interessante.
La stella misteriosa scoperta non assomiglia a nulla di già visto
Di seguito la dichiarazione di Andrea Possenti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Cagliari, il quale ha confermato che si tratta di un impulso radio del tutto nuovo.
Da decenni conosciamo e studiamo impulsi simili a questi, che riteniamo siano prodotti da stelle molto compatte note come pulsar. In generale, però, le pulsar emettono impulsi molto più brevi e molto più rapidamente, della durata compresa tra pochi millisecondi e pochi secondi. Una sorgente come quella scoperta descritta su Nature è qualcosa di molto diverso.
Continuando, poi, Possenti ha approfondito le onde radio che l’oggetto cosmico appena rilevato emette, con dichiarazioni che sottolineano come si tratti di una novità nel campo della scienza davvero interessante.
Potrebbe essere dovuto a due motivi: uno tecnico e uno pratico, dato che le pulsar a noi note hanno periodi e impulsi molto rapidi, tutti gli strumenti che cercano questi segnali si focalizzano su intervalli molto più brevi. A questo si aggiunge il problema delle interferenze. Le onde radio sono molto usate nelle attività umane e quindi distinguere un segnale anomalo proveniente dal cielo è in realtà molto complicato.
Stando a quanto anticipato da Nature, si tratterebbe della conferma di una sottofamiglia di pulsar che fino a oggi non era mai stata studiata nel settore, visto che seppur molto intenso non era ancora stato rilevato. Non è da escludere anche la possibilità che si tratti di una magnetar, ovvero stelle di neutroni distinguibili per via degli impulsi magnetici dall’alta intensità emessi.