Sealand rischia di scomparire dalle mappe

Sealand rischia di scomparire dalle mappe

Il Principato composto da un'unica piattaforma al largo delle coste britanniche, quello che voleva ospitare il defunto Napster per sfuggire alle major, è stato duramente colpito da un incendio
Il Principato composto da un'unica piattaforma al largo delle coste britanniche, quello che voleva ospitare il defunto Napster per sfuggire alle major, è stato duramente colpito da un incendio

Mare del Nord – Un incendio clamoroso divampato a bordo dell’isola artificiale di cui si compone il Principato di Sealand ha rischiato di cancellare dalle mappa la piattaforma, che da decenni rivendica lo status di paese indipendente.

Da quanto si è appreso a causare il drammatico incendio sarebbe stata l’esplosione di un generatore e solo l’immediatezza dei soccorsi della RAF, la Royal Air Force britannica, hanno garantito l’evacuazione di una guardia giurata che presidiava “l’isolotto” che si regge su due enormi pilastri “conficcati” sul pavimento oceanico.

Il Principato, il cui territorio è quanto rimane di una installazione militare risalente alla seconda guerra mondiale, è stato visto bruciare da lontano e questo ha consentito l’allerta immediata delle forze di sicurezza britanniche che, assieme a pompieri e guardia costiera, hanno lavorato a lungo per aver ragione dell’incendio.

Il Principato A quanto pare i danni sono stati ingenti e la stessa sopravvivenza della piattaforma è a rischio. Ciò nonostante la famiglia regnante, che si autoproclama tale fin dal 1967, ha già annunciato che provvederà al recupero e restauro del territorio del Principato.

Il “principe” Micheal Bates ha già dichiarato infatti che “naturalmente la ricostruiremo. Abbiamo fatto molto negli anni per renderla attraente ed è una parte importante della nostra famiglia e della nostra storia”.

Ed è certo comprensibile che l’accaduto abbia riscosso attenzione in rete: il Principato si è reso protagonista negli anni di numerose curiose iniziative “indipendentiste”, arrivando persino a proporre all’allora morente Napster, braccato dalle major per le attività di file sharing che gestiva, di trasferirsi a Sealand nel tentativo di sfuggire al lungo braccio della legge.

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Pubblicato il 27 giu 2006
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