San Francisco (USA) – Sarebbero addirittura 60 i siti che in queste settimane Sega è riuscita a far chiudere accusandoli di “spaccio” di videogames pirata. Stessa fine 125 aste online messe in piedi da piratoni.
Si tratta di una delle maggiori offensive dell’industria videoludica contro la distribuzione di games illegali sulla rete, anche se rappresenta, come si può verificare navigando, una goccia nell’oceano di software pirata che circola sulla rete.
Ma Sega annuncia battaglia. Secondo il presidente della divisione americana, Peter Moore “Sega supporta una comunità creativa di artisti. I pirati sono parassiti che danneggiano questa comunità e non sono tollerati da Sega”. Poi, la dichiarazione di guerra: “Questo non è che il primo passo di una azione su larga scala che siamo determinati ad intraprendere. Continueremo a proteggere il nostro business, i nostri clienti e i talenti creativi di cui disponiamo”.
Per Sega “l’incubo” è iniziato di recente quando ha cominciato a circolare in rete un sistemino ideato da qualche smanettone che consente di duplicare i “dischi sicuri” su cui l’azienda diffonde i propri videogames.