Servizio civile digitale, online il nuovo avviso

Servizio civile digitale, online il nuovo avviso

Proseguono i lavori per approdare al Servizio Civile Digitale: pubblicato il nuovo avviso per l'accoglimento di nuove proposte da sviluppare.
Servizio civile digitale, online il nuovo avviso
Proseguono i lavori per approdare al Servizio Civile Digitale: pubblicato il nuovo avviso per l'accoglimento di nuove proposte da sviluppare.

Come previsto, il Servizio Civile Digitale compie un passo avanti già entro la fine di gennaio con la pubblicazione di un nuovo avviso (PDF) correlato tanto al Servizio Civile Digitale quanto al Servizio Civile Ambientale. Promossi dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale il primo e dal Ministero della Transizione Ecologica il secondo, con questo passo entrano nel vivo della loro implementazione e si attende ora il recepimento delle manifestazioni di interesse.

Servizio Civile Digitale, un patto generazionale

Gli enti iscritti all’albo relativo hanno tempo fino al 10 marzo prossimo per presentare i propri programmi. In questa fase sono previsti nello specifico 2400 operatori volontari, ma le prospettiva guardano già ben oltre: “Secondo gli obiettivi fissati nel PNRR, nel triennio 2022-2024 il Servizio civile digitale consentirà di innalzare il livello delle competenze digitali di 1 milione di cittadini, grazie all’impegno di circa 10.000 giovani volontari“.

Il principio guida di una iniziativa di questo tipo è nelle parole del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao:

I giovani che aderiscono all’iniziativa avranno l’opportunità di maturare consapevolezza dei doveri verso la comunità di cui sono parte e potranno acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro. Al termine del percorso riceveranno un attestato del servizio svolto e una certificazione delle competenze sviluppate. Il servizio civile è uno strumento trasversale che mette i giovani al centro della transizione digitale e contribuisce allo sviluppo delle capacità digitali degli enti pubblici e privati.

Un patto generazionale inverso, insomma, dove sono i giovani a portare nella PA le proprie competenze mettendosi al servizio del Paese per facilitarne la digitalizzazione, lo svecchiamento, la sburocratizzazione. Il successo dell’iniziativa dipenderà in gran parte dalla vera disponibilità degli enti partner a consentire un trasferimento di competenze, evitando di sfruttare questo strumento per un mero sfruttamento di risorse aggiuntive laddove le risorse umane scarseggiano ormai da tempo. L’obiettivo del progetto è chiaro e se non saranno instaurate le giuste dinamiche potrà essere un’occasione persa da ambo le parti.

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Pubblicato il
27 gen 2022
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