Una maglietta floreale, un modello sorridente e un dettaglio inquietante: quel volto non appartiene a un influencer, ma a Luigi Mangione, sospettato dell’omicidio del CEO di United Healthcare.
Il volto di Luigi Mangione finisce su Shein, ma è generato dall’AI
Il suo volto, generato da un’intelligenza artificiale, è apparso in una scheda prodotto su Shein, il colosso della fast fashion, per promuovere una camicia estiva. E no, Mangione non sta posando da una cella: è detenuto a Brooklyn e non ha mai collaborato con il brand.
Un errore? Un algoritmo? O una provocazione virale? Non è dato saperlo. Sta di fatto che la maglietta è stata venduta da Manfinity, uno dei marchi che popolano Shein con modelli generati da AI. Secondo quanto riportato, il volto di Mangione potrebbe essere stato selezionato automaticamente da un sistema che pesca immagini e volti virali dai social.
Dopo il clamore mediatico seguito al caso Thompson, il volto di Mangione è diventato un meme, e probabilmente è finito nel database da cui l’AI attinge per generare modelli “popolari”.
La scheda è stata cancellata da Shein il giorno dopo la segnalazione, ma non prima che alcuni utenti riuscissero ad acquistare la maglietta. Secondo l’archivio online, il prodotto era esaurito in tutte le taglie tranne la XXL. Shein ha dichiarato che l’immagine è stata fornita da un venditore terzo e che sta indagando sull’accaduto. Ha promesso di fare controlli più severi.
I modelli AI sono ovunque, anche nei vestiti per bambini
Shein non è nuova all’uso di modelli generati da AI. Dalle t-shirt da palestra ai vestiti per neonati, le immagini sintetiche sono ormai parte integrante del catalogo. Anche Vogue, lo scorso luglio, ha utilizzato volti generati da AI per promuovere la collezione estiva di Guess. Evidentemente nessuno si è chiesto cosa succede quando l’intelligenza artificiale decide di reclutare presunti killer come testimonial…