SKY all'attacco del digitale terrestre?

SKY all'attacco del digitale terrestre?

L'offensiva di Murdoch porta alla luce il sottaciuto: il dtt non è banda larga, è televisione. E SKY Italia vuole una parte dei contributi pubblici. ADSL sempre più nell'angolo. Tutti i dettagli
L'offensiva di Murdoch porta alla luce il sottaciuto: il dtt non è banda larga, è televisione. E SKY Italia vuole una parte dei contributi pubblici. ADSL sempre più nell'angolo. Tutti i dettagli


Roma – Doveva accadere, qualcuno lo aveva previsto ed ora sta per succedere: secondo un lancio dell’agenzia americana Dow Jones , SKY Italia intende catturare una parte di quei contributi pubblici che il Governo italiano ha assegnato a digitale terrestre (dtt) e ADSL.

L’idea della società che fa capo a Rupert Murdoch è che i contributi pubblici per il dtt se non vengono estesi anche al satellite allora possono configurare una turbativa di mercato . Si tratta, come ben noto ai lettori di Punto Informatico, dello “sconto” di 150 euro sull’acquisto dei decoder del digitale terrestre (75 per l’ADSL) che viene finanziato con il denaro pubblico (vedi anche: Digitale terrestre, chi gira l’assegno? ).

Sebbene SKY Italia ancora non voglia confermare alcunché, quanto sta maturando secondo alcuni osservatori del mercato italiano ha il merito di rendere chiaro una volta per tutte che il finanziamento al digitale terrestre nulla ha a che vedere con la diffusione della banda larga . Sebbene sia uno solo il provvedimento che finanzia la nuova TV e, in misura minore, l’ADSL, l’annunciata offensiva di Murdoch mette in evidenza che la battaglia che si gioca è quella del mercato televisivo, non certo della banda larga.

Perché SKY si sta muovendo solo adesso, in un momento in cui è circondata da denunce sulle proprie politiche di mercato? Secondo alcuni analisti, l’offensiva si dovrebbe al fatto che in altri paesi europei, come Svezia e Germania, si sta iniziando a giocare a colpi di denunce e richieste di intervento della UE la grande partita della neutralità tecnologica , principio a cui si ispirano le normative comunitarie. E l’Antitrust europeo già sta analizzando il dtt italiano .

Altro elemento decisivo delle prossime mosse di SKY è il fatto che per quanto abbondino le lamentele , a suon di contributi statali i set-top box del dtt si vendono nell’ordine delle decine di migliaia al mese. Ed è questo che ha costretto SKY Italia a lanciare le sue ultime promozioni che agevolano l’acquisizione dei decoder satellitari.

I soldi italiani per diffondere la televisione , come noto, sono stati nell’ultima finanziaria poco più di 100 milioni di euro e il ministro alle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha già annunciato che la prossima Finanziaria conterrà ulteriori contributi. Pur avendo escluso il satellite dalla spartizione, Gasparri di recente ha incontrato Murdoch , incontro nel quale si sarebbe parlato sostanzialmente di pirateria satellitare e diritti sul calcio.

In questo quadro va anche segnalato che SKY ha chiesto a Telecom Italia proprio nei giorni scorsi di cedere la propria partecipazione in SKY Italia, poco inferiore al 20 per cento. Una cessione che con ogni probabilità si farà, visto che l’incumbent telefonico ha sempre definito tale quota “non strategica”. La cessione consentirebbe peraltro a Telecom, che proprio sui diritti del calcio si è mossa di recente per offrire calcio via internet , di muoversi sul mercato senza ostacolare una società di cui detiene una partecipazione.

In tutto questo è inevitabile che qualcuno scriva in redazione per chiedere che fine faranno i sostegni all’ADSL previsti dalla Finanziaria. C’è chi teme che saranno rosicchiati non più soltanto dal digitale terrestre, al quale va il grosso dei fondi, ma anche da quello satellitare.

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Pubblicato il
20 set 2004
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