Momenti di passione per il nuovo lancio di SpaceX, l’agenzia spaziale privata che ha stretto accordi di rifornimento con NASA e intende portare l’uomo su Marte di qui a pochi anni : la seconda missione del vascello Dragon verso la Stazione Spaziale Internazionale è in corso, la capsula è stata agganciata tutta intera dalla ISS ma non prima di aver superato un delicato problema tecnico durante il posizionamento orbitale.
Una volta superata la fase di trasporto nell’atmosfera terrestre a bordo di un razzo-vettore Falcon 9, infatti, a Dragon è mancato il supporto di tre dei quattro propulsori di manovra necessari ad avvicinare il vascello alla Stazione Spaziale Internazionale.
SpaceX è stata dunque costretta a interrompere il webcast in diretta del lancio, mentre gli ingegneri hanno lavorato da terra per risolvere il problema: i propulsori non si sono accesi a causa del blocco nel sistema di mantenimento della pressione negli ossidanti usati come carburante, ha comunicato poi la società, ma alla fine i tecnici sono riusciti a riguadagnare il controllo della propulsione di Dragon.
Il vascello è stato dunque in grado di posizionarsi per l’avvicinamento alla ISS ed è stato infine “catturato” dal braccio robotico della stazione , anche se SpaceX e NASA tengono a precisare che tutti i possibili scenari (anche i più catastrofici) erano già stati contemplati e analizzati.
La seconda missione di rifornimento SpaceX-NASA porta a bordo della ISS oltre 1 tonnellata di equipaggiamento, esperimenti scientifici, cibo e rifornimenti: una volta svuotato, Dragon farà ritorno sulla terra riportando campioni di esperimenti già eseguiti, rifiuti e altro.
Gli intoppi tecnici della missione SpaceX sono stati agilmente superati grazie alle capacità degli uomini deputati al suo controllo, ma per quanto riguarda NASA – e quindi con effetti che riguardano tutta la nascente industria aerospaziale privata negli USA – ci sono problemi che saranno molto più difficili da affrontare. L’amministratore dell’agenzia Charles Bolden ha infatti messo in guardia su possibili ritardi nella messa in atto dei piani di esplorazione e ricerca scientifica del prossimo futuro, ritardi causati dal famigerato ” sequester ” e i conseguenti, salatissimi tagli sui fondi federali che il presidente Barack Obama è stato obbligato a sottoscrivere.
Alfonso Maruccia