La Corte superiore spagnola Audiencia Nacional si è rivolta alla Corte europea di Giustizia per sapere se sono da ritenersi legittime le richieste dei cittadini spagnoli di vedere i loro dati rimossi dal motore di ricerca di Google .
Alla corte di Madrid competente sulla protezione dei dati sono arrivate più di 100 richieste di rimozione di contenuti ritenuti lesivi indirizzate al motore di ricerca Google , dalla notizia apparsa su un giornale locale e relativa al recupero di una casa per mancati pagamenti, a quella su un’operazione andata male che macchia la fama di un chirurgo plastico.
Il diritto all’oblio è una materia che è stata affrontata in mano dalla Commissione Europea: è, in particolare, tra i punti presi in considerazione da una proposta avanzata dal Commissario Viviane Reding per una normativa in materia di privacy e gestione dei dati personali online .
Anche per questo il tribunale nazionale ha ritenuto opportuno che la materia dovesse essere affrontata a livello comunitario: la domanda posta alla Corte europea di Giustizia riguarda l’obbligo o meno per Google di rimuovere contenuti indicizzati dal suo motore di ricerca e dal suo aggregatore di notizie Google News, anche se non è Mountain View responsabile della produzione stessa dei dati e dei contenuti mostrati.
La materia del diritto all’oblio necessità d’altronde di un intervento equilibrato perché la questione non tocca solo la privacy ma anche le responsabilità sui contenuti : Google afferma di non poterli rimuovere in quanto solo intermediario che li ospita e non produttore degli stessi. Nel caso fosse costretta a farlo, ha ribadito di recente il Global Privacy Counsel Peter Fleischer, avrebbe bisogno di giustificazioni legali ulteriori (si parla, d’altronde, del grigio confine tra diritto alla cronaca e diritto alla privacy).
La questione sollevata dalla Corte spagnola si aggiunge dunque al dibattito che si sta svolgendo a livello europeo per quanto riguarda la gestione delle informazioni da parte di piattaforme online: un altro aspetto della materia, per esempio, riguarda tutti quei dati inseriti dall’utente e destinati ad essere condivisi solo con i propri contatti (gli amici di Facebook per esempio), informazioni che, in quanto non pubbliche, secondo la Commissione europea non rientrano nelle fattispecie prese in considerazione dalla nuova normativa.
Claudio Tamburrino