Spamford rischia il carcere

Spamford rischia il carcere

Il re della posta spazzatura ha ignorato l'ordinanza di un giudice. Non avrebbe dovuto accedere a Facebook ma ha persistito nelle attività spammatorie. Potrebbe finire dietro alle sbarre
Il re della posta spazzatura ha ignorato l'ordinanza di un giudice. Non avrebbe dovuto accedere a Facebook ma ha persistito nelle attività spammatorie. Potrebbe finire dietro alle sbarre

Disseminava link per impossessarsi di password e credenziali a mezzo phishing, insidiava gli utenti di Facebook e si impadroniva delle loro identità per riempire la rete di messaggi non desiderati: il re dello spam Sanford ” Spamford ” Wallace si sta scontrando con il colosso del social networking. Potrebbe rischiare il carcere.

La denuncia di Facebook risale a febbraio: Wallace e i suoi due complici erano stati accusati di approfittare del social network per diramare messaggi indesiderati a mezzo di account di cui si sarebbero appropriati in maniera non troppo cristallina. Il giudice Fogel aveva emesso un’ingiunzione con cui raccomandava a Spamford di non accedere a Facebook e di non abusare del social network per fini illegali. Wallace, dopo aver dichiarato bancarotta e aver così fatto arenare la causa in corso, non avrebbe rispettato l’ordinanza del giudice.

La causa era stata finora di natura civile: se Spamford si fosse attenuto alle disposizioni del giudice avrebbe rischiato di doversi sobbarcare una multa consistente. Così era avvenuto nel caso che lo ha visto opposto a MySpace, avviato dalla piattaforma con le stesse motivazioni. È stato giudicato colpevole di aver inviato 735.925 proposte commerciali indesiderate agli utenti del portalone, sulla base del CAN Spam Act statunitense è stato condannato a risarcire MySpace con 234 milioni di dollari.

Ma nella causa legale intentata da Facebook la palla sembrerebbe ora essere passata da Fogel ai procuratori generali: il fatto di aver ignorato le disposizioni del magistrato potrebbe portare Wallace in carcere, pena che ha già colpito altri professionisti della pubblicità massiva e indesiderata. “Crediamo che la decisione di Fogel rappresenti un forte deterrente contro gli spammer – ha dichiarato un portavoce di Facebook – gli spammer credono di essere immuni dalle cause penali. Ma la decisione di Fogel dimostra che i giudici faranno rispettare le ingiunzioni e che gli spammer che le violino debbano affrontare cause penali”. ( G.B. )

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Pubblicato il
15 giu 2009
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