Il problema dell’immondizia spaziale è ancora una volta di stringente attualità: che si tratti di sonde pronte a precipitare al suolo o di pezzi di satelliti che minacciano la sicurezza della Stazione Spaziale Internazionale, i rifiuti hi-tech che ingolfano l’atmosfera terrestre sono sempre più un pericolo per la sicurezza.
Potrebbe ad esempio essere parecchio pericoloso il ritorno sulla Terra di Phobos-Grunt , la sonda russa che nei piani di Roscosmos avrebbe dovuto viaggiare verso una delle due lune di Marte ed è stata invece abbandonata al proprio destino dopo il fallimento dei tentativi di comunicazione in seguito al lancio.
Phobos-Grunt dovrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre a cavallo di questo weekend o al massimo entro lunedì, affondando in un punto ancora non precisato dell’Oceano Atlantico del Sud con il suo ingente carico (14,6 tonnellate) di strumentazione e carburante radioattivo.
Qualora la frammentazione della sonda russa durante il ritorno nell’atmosfera facesse atterrare il suddetto carburante al suolo, al contrario, i rischi per la salute della popolazione aumenterebbero non di poco. A quel punto le già striscianti polemiche sull’origine del malfunzionamento del dispositivo potrebbero aumentare di volume.
Ma la spazzatura spaziale minaccia di far danni anche nell’alta atmosfera del globo terracqueo: il Controllo di Missione che coordina le operazioni sulla Stazione Spaziale Internazionale ha ordinato agli astronauti presenti a bordo di accendere brevemente i motori di manovra questo venerdì, per evitare una possibile collisione con il frammento di un satellite Iridium in pericoloso avvicinamento all’avamposto orbitale.
Alfonso Maruccia