Nel corso degli ultimi mesi si è discusso molto del possibile addio allo SPID a favore di un sistema unico basato sulla Carta d’Identità Elettronica (detta altrimenti CIE). Nonostante le critiche mosse dai detrattori di questa unione tra i due servizi, il processo per portare al sistema unico sembra inevitabile. A confermarlo è lo stesso sottosegretario al dipartimento della Transizione digitale, Alessio Butti, in risposta a un’interpellanza urgente del Movimento 5 Stelle.
SPID-CIE: verso un sistema unico di identità digitale
Alla Camera lo stesso Butti non ha lasciato alcun dubbio. Al momento l’esistenza di tre sistemi differenti per l’identità digitale non è affatto ottimale, ma non ci sono colpe: le soluzioni in questione, ovvero CIE, SPID e Carta nazionale dei servizi, sono “nate in tempi diversi, per rispondere a esigenze diverse e si fondano su tecnologie diverse”.
Per l’esattezza, la prima è sotto il controllo dello Stato; la seconda è a controllo privato; la terza, invece, ha un tasso di utilizzo bassissimo.
Questo è uno dei motivi per cui il processo dell’unificazione è “irrinunciabile”, poiché “il ruolo dello Stato è quello di garantire l’identità digitale dei cittadini”. Non si assisterà allo spegnimento dei servizi che rientreranno nel progetto unico; al contrario, si dovrà costruire una soluzione nei tempi necessari affinché CIE, SPID e Carta nazionale dei servizi operino mediante una piattaforma unica, dall’utilizzo intuitivo e con meno intoppi possibili.
In conclusione, Butti ha aggiunto quanto segue:
“È necessario dare luogo a un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale attraverso un unico sistema di accesso a tutti i servizi della Pubblica amministrazione e per il servizio sanitario”.
Serviranno molti mesi per raggiungere questo traguardo ma, come ha ribadito lo stesso Butti, il Governo si prenderà tutto il tempo che serve.