Estrarre acqua dall’aria arida e quasi senza vita del più impervio dei deserti del pianeta Terra? Si può, almeno stando a quanto sostengono i ricercatori di NBD Nano : nata dagli sforzi di laureati in biologia, chimica e ingegneria meccanica, la startup a stelle e strisce dice di aver realizzato una bottiglia in grado di riempirsi di acqua da sola.
Un problema che è finito da tempo nel mirino di ricercatori e aziende di tutto il mondo, quello di estrarre l’acqua presente naturalmente nell’aria sotto forma di umidità, e che gli startupper di NBD Nano hanno provato a risolvere mimando il comportamento biologico di uno scarafaggio che vive nel deserto del Namib (Africa sud-occidentale). Lo scarafaggio riesce a sopravvivere nel deserto grazie al modo in cui è sagomato il guscio esterno, capace di raccogliere il vapor acqueo sotto forma di goccioline di acqua e di far cadere la suddetta acqua sino alla bocca dell’insetto.
Anche NBD Nano ha “sagomato” in maniera particolare la superficie della sua bottiglia hi-tech, usando la nanotecnologia per integrare materiali idrofili e idrofobi grazie ai quali il vapore acqueo viene costantemente accumulato all’interno della bottiglia. I ricercatori statunitensi dicono di aver sin qui realizzato un prototipo “proof-of-concept” capace di dimostrare la fattibilità della tecnologia, e sono ora in procinto di sviluppare un prototipo pienamente funzionale a cui dovrebbe infine seguire la produzione di prodotti commerciali vera e propria.
Notevoli le potenziali applicazioni di una tecnologia del genere: accanto alla possibilità di fornire sistemi di “estrazione” di acqua nelle zone deserte del pianeta, NBD Nano intende anche proporre il suo nano-tech per migliorare i sistemi di deumidificazione domestici e fornire l’acqua necessaria alle serre. “Ci rendiamo conto del fatto che l’acqua è una questione dalla portata molto vasta nel mondo di oggi – dice uno dei fondatori della società – e vogliamo provare ad alleviare tali problemi con una soluzione efficiente dal punto di vista dei costi”.
Alfonso Maruccia