Roma – Chiunque pubblica propri testi in rete in Italia ormai lo sa da tempo: il rischio diffamazione è dietro l’angolo. Per il mondo dei Blog, dei siti costruiti da singoli utenti che dialogano con gli altri utenti proponendo spunti, riflessioni e proprie ricerche, il rischio di incappare in un procedimento per diffamazione è elevato anche per la natura così “personale” dei blog stessi.
Questo, almeno , è quello che viene da pensare leggendo quanto pubblicato in merito al caso che contrappone un giornalista de IlGazzettino all’autore italiano di un blog.
Nei giorni scorsi, infatti, sul giornale veneto è apparso un articolo che tratta una materia già affrontata anche da Punto Informatico e relativa ai banner pop-up. Un articolo che Simone.blogs.it ha ritenuto criticabile per alcuni errori che l’autore del blog ha rilevato nel pezzo e di cui ha parlato in un posting pubblicato sul proprio blog e in un messaggio inviato al giornalista.
A quanto pare, l’autore del pezzo non ha gradito i commenti e in una piccata replica ha espresso la propria opinione sugli stessi. In un altro messaggio , però, avendo saputo che il tutto veniva pubblicato su un blog liberamente accessibile, il giornalista ha avvertito il blogger di aver “clonato il sito” e averlo girato ai propri legali, affermando, secondo quanto pubblicato su Simone.blogs.it: “È ora che qualcuno impari che un conto è il diritto di critica ed un altro è la diffamazione a mezzo web”.
Il rischio, dunque, è che l’autore del blog sia trascinato in tribunale per aver espresso proprie opinioni che, secondo i numerosi interventi sulla questione, non sarebbero affatto diffamanti. Al di là del merito del caso, come ben sanno i lettori di questo giornale, finire in tribunale è del tutto indipendente dall’aver commesso o meno il fatto contestato. Un procedimento viene comunque aperto, con tutte le conseguenze che può provocare.
Il caso di Simone.blogs.it, dunque, riporta al centro una questione-chiave, quella della diffamazione, reato penale più spesso affrontato con pugno duro e richieste di danni anziché con il ricorso ad un pacato dialogo pubblico o alla rettifica, due strumenti che consentirebbero a tutta la rete, soprattutto in Italia, di respirare maggiore libertà.
UPDATE ORE 15.00 : Sul sito del Gazzettino è apparsa oggi, qui , una Errata Corrige dell’articolo criticato da Simone.blogs.it.