Suona la campana dei rifiuti hi-tech

Suona la campana dei rifiuti hi-tech

Per ora solo quella: l'Italia recepisce finalmente le direttive europee sullo smaltimento dei rifiuti elettronici. Le aziende dovranno pagare. Un Comitato di controllo vigilerà
Per ora solo quella: l'Italia recepisce finalmente le direttive europee sullo smaltimento dei rifiuti elettronici. Le aziende dovranno pagare. Un Comitato di controllo vigilerà


Roma – La raccolta differenziata dei rifiuti si arricchirà probabilmente di una nuova “campana”: accanto a quelle per il recupero di vetro, carta, plastica, batterie esauste, potrebbe a breve comparire anche quella per la spazzatura elettronica.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha infatti diffuso un comunicato stampa in cui rende nota l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto legislativo sui RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). La norma, che deve ora passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari, è finalizzata a recepire finalmente le tre direttive comunitarie relative allo smaltimento di questo tipo di rifiuti speciali e sulle restrizioni d’uso in queste apparecchiature di determinate sostanze pericolose (2002/95/CE, 2002/96/CE, 2003/108/CE), problema già approfondito in precedenza da Punto Informatico ( La lunga via del piombo e I pc del riuso ).

“Il provvedimento – ha dichiarato il Ministro Altero Matteoli – si è reso necessario a causa del notevole incremento della quantità di rifiuti elettrici ed elettronici registrato in questi anni. Per evitare uno smaltimento scorretto che avrebbe potuto mettere a rischio l’ambiente e la salute dei cittadini si sono varate norme chiare e rigorose che armonizzano l’intero ciclo di gestione di questi rifiuti, favorendone il riciclaggio ed il recupero”.

Gli obiettivi fondamentali della normativa che sta per entrare in vigore sono a largo spettro: innanzitutto vi è la realizzazione della raccolta differenziata , come punto di partenza di un sistema di recupero e riciclaggio dei rifiuti. A tale fine, le apparecchiature dovranno essere dotate di un marchio identificativo idoneo ad indicare ai cittadini la destinazione dei rifiuti da esse derivati.

Il decreto non parla solo delle problematiche originate dallo smaltimento: in ogni caso, nella produzione delle apparecchiature sarà vietato l’impiego di sostanze pericolose come piombo, mercurio, cadmio, cromo, ecc. allo scopo di prevenire ,il più ampiamente possibile, la produzione di rifiuti pericolosi e nocivi. La nuova normativa tenderà inoltre a favorire la progettazione di nuove apparecchiature che facilitino il riuso, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti da esse prodotte.

Il comunicato del Ministero riferisce inoltre che “l’obiettivo di raccolta differenziata della spazzatura elettronica dovrà essere pari a Kg 4 l’anno per ciascun nucleo familiare”. Obiettivo che dovrà essere raggiunto entro il 31 dicembre 2006. Inoltre, continua la nota ministeriale, “vale anche per questi rifiuti il principio del “vuoto a rendere”: i distributori al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura destinata ad un nucleo domestico devono infatti assicurare il ritiro gratuito di quella vecchia”, obbligo che potrebbe portare un’insita opportunità commerciale di promuovere campagne di rottamazione.

In conformità a quanto stabilito dalle direttive comunitarie, il decreto chiarisce che la realizzazione dei sistemi di trattamento, recupero e smaltimento finale di questi rifiuti dovrà essere finanziata essenzialmente dai produttori/distributori delle apparecchiature.

Affinché questi sistemi funzionino in modo corretto e regolare, sia per quanto riguarda gli aspetti organizzativi che finanziari, è prevista l’istituzione di un Registro nazionale dei soggetti obbligati allo smaltimento dei RAEE e di un Comitato di vigilanza e di controllo per la supervisione delle attività svolte. Sono inoltre previste sanzioni decisamente elevate (fino a 100.000 euro) per coloro che non adempiranno correttamente alle nuove disposizioni di legge.

Dario Bonacina

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Pubblicato il 17 mag 2005
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