T-gov anno zero: la sperimentazione stenta

T-gov anno zero: la sperimentazione stenta

Digitale: belle le promesse della televisione digitale terrestre, intriganti le prospettive ma la strada da fare non è molta, è tantissima. Nel dossier di PI ecco cosa si agita sul più vecchio dei nuovi media
Digitale: belle le promesse della televisione digitale terrestre, intriganti le prospettive ma la strada da fare non è molta, è tantissima. Nel dossier di PI ecco cosa si agita sul più vecchio dei nuovi media


Roma – All’ E-government già si è affiancato il T-government . Almeno nel lessico. Ad Internet si è aggiunto un nuovo mezzo di comunicazione: il digitale terrestre. Ora bisogna dotarlo di contenuti ed occorre sfruttare tutte le sue potenzialità. Per ora il calcio fa da apripista e traino ma il Dtt può molto di più. Per esempio dare una grossa mano alla Pubblica amministrazione ad entrare nelle case degli italiani , laddove ancora non vi fosse riuscita attraverso il PC. E’ questione di tempo; in materia la macchina imponente della burocrazia si è messa in moto e darà i suoi frutti. Ma, si sa, i ritmi sono lenti quando di mezzo c’è il settore pubblico.

La tecnologia si evolve con un ritmo frenetico ma non così veloci sono le abitudini dei cittadini, l’adeguamento dell’amministrazione pubblica e la facilità nell’accettare un nuovo canale di comunicazione da parte dell'”uomo della strada”. L’obiettivo ministeriale è quello di trasformare il digitale nel vero competitor della Rete anche sul piano del collegamento fra cittadino e PA.

Se Internet ha portato gli sportelli degli uffici pubblici fin dentro le case dei possessori di PC (molto si deve ancora fare), di più promette di fare il digitale terrestre: porterà le amministrazioni pubbliche in tutti quei salotti dove brilla una tv (ovviamente dotata di apposito decoder). Occorre, dunque, eliminare il gap dovuto alla “complessità del mondo informatico” e raggiungere chi da una vita non ha problemi a relazionarsi con un telecomando. In Italia circa il 57% delle famiglie possiede un personal computer domestico, di cui il 42% collegato in Rete, ma quasi tutte hanno almeno un televisore in casa.

Cosa si potrà fare da casa?
Pagare le tasse, il bollo auto, richiedere certificati, fare domande, avere consulenze e notizie sulla propria posizione previdenziale, prenotare visite mediche, monitorare l’attività scolastica del figlio, più tutto quello che già è possibile fare attraverso la Rete (compresi i pagamenti) ed anche qualcosa di più, tutto grazie alla Tv. Finalmente il sogno di una televisione che non solo parla all’utente ma che sia in grado di “ascoltare” le sue risposte potrebbe diventare realtà. Questi gli obiettivi ed i nobili intenti. Ma a che punto siamo del fantastico viaggio?

Scremando gli slogan pubblicitari e l’informazione parziale, si scopre che la strada da percorrere è ancora molta, tantissima , ma certo si può dire con sicurezza che il nastro di partenza è ormai alle spalle. Soprattutto è scarsissima la sperimentazione basata sulla possibilità di interagire realmente: la comunicazione, finora, è solo unilaterale. Insomma, tutto sembra simile ad un televideo migliorato nella grafica: il concetto è quello. Niente di nuovo.


Le piccole amministrazioni
Inutile parlare di digitale alla maggior parte di piccoli comuni. Il governo passa loro sempre meno soldi e sembra che non ci sia “l’atmosfera” giusta per battere nuove strade ancorché tecnologiche. Dal mucchio si salvano pochi enti che per sensibilità o vocazione si aggregano a Comuni più grandi in progetti che prevedono sperimentazioni nel campo del digitale. La maggior parte di questi, tuttavia, ha partecipato al bando del CNIPA per l’assegnazione dei fondi ministeriali.

Tradotto in pratica, significa che esiste al momento solo una idea di servizio ed accendendo il televisore e sintonizzando il decoder lo schermo appare ancora nero . A preoccupare, però, nella maggior parte dei casi è solo l’aspetto finanziario.

Dal punto organizzativo interno agli enti, infatti, il grosso del lavoro è già stato fatto al tempo dell’allestimento dei portali Internet, per la parte strettamente tecnologica ci si affida a società specializzate. Ma per ora non si pensa affatto alla creazione di servizi nuovi e diversi rispetto a quelli già attivati on line.

Le esperienze di t-Gov
Siamo ai primissimi passi ma alcune “esperienze più significative sono state effettuate in collaborazione con Rai e riguardano: tracking di raccomandate e pacchi, con Poste Italiane, calcolo del bollo auto, con ACI, verifica dello stato previdenziale, con INPS”, come si legge in una relazione del gruppo di lavoro del CNIPA.

Dal 2 dicembre scorso è in onda il canale “Rai Utile” che raggiunge gli oltre 2 milioni e mezzo di ascoltatori dotati di decoder digitale terrestre. Dal “PortaleTV” è possibile accedere ad “informazioni aggiornate quotidianamente nelle sezioni Utile News, Domande e risposte, Cosa fare per, Studio, Ragazzi, Protezione civile e, tra breve, anche ai servizi interattivi della pubblica amministrazione”. In realtà allo stato attuale, come detto, il risultato ottenuto è paragonabile ad un “televideo evoluto” senza possibilità di coinvolgimento dell’utente. A causa poi della singhiozzante copertura del territorio sono molti gli utenti del DTT che a quel canale non possono ancora accedere.

I tempi del decollo
Il gruppo di lavoro del CNIPA ha individuato tre fasi per l’avvento del digitale. Al momento il ritardo accumulato è almeno di tre mesi.
La prima fase: “Avvio del T-government (entro ottobre 2004): in questa fase si avviano i servizi di tipo informativo, su base nazionale, i progetti per lo sviluppo di servizi informativi locali e la sperimentazione di servizi interattivi locali”.
La seconda fase “Roll-out e sperimentazione dei servizi (giugno 2005)”.
La terza: “Deployment capillare di servizi T-government (2005-2006) che prevede azioni di accompagnamento al progetto Digitale terrestre” .

Il cronoprogramma riguarderà solo i progetti finanziati dal bando CNIPA di settore: il resto delle buone idee ristagnerà e probabilmente rimarrà non realizzato se non interverranno grandi gruppi a finanziare partnership con tv a costi bassissimi per gli enti pubblici.

Molti ancora i problemi da risolvere: uno su tutti quello di riuscire a parificare la tastiera del PC con il telecomando. Prima di veder concretizzare la bella favola del T-gov occorreranno decenni; almeno uno se si vorrà raggiungere il livello di diffusione che oggi ha Internet.


L’esempio di Pisa
Il Comune di Pisa – insieme ad altri sette piccoli comuni della provincia – è capofila da alcuni anni nel progetto Ctel che ha portato on line numerosi servizi della Pubblica amministrazione. Anche Pisa ha partecipato al bando del CNIPA per un allargamento dei servizi.

“Il nostro progetto – ha spiegato a Punto Informatico il responsabile Franco Chesi – prevede la possibilità di ricevere, per utenti registrati, informazioni via sms su scadenze, bandi, pubblicazioni di graduatorie ed altro. Sarà sperimentato poi il servizio “registro di classe” per avere informazioni sulla attività scolastica del proprio figlio. Ogni classe (elementari e medie) è già dotata di un PC in rete con il Comune, attraverso il quale è possibile l’aggiornamento quotidiano. Il servizio partirà a breve sul portale Internet e dovrebbe avere applicazioni e miglioramenti sulla piattaforma digitale”. Anche qui si attende, però, la parola del ministro.

Lo stesso fanno le regioni Marche, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna e tutti gli altri enti pubblici che hanno presentato progetti ma non sanno se saranno finanziati. Nel frattempo certo non ci si arrischia in altre avventure simili.

La sperimentazione di Venezia
Il Comune di Venezia la scorsa estate ha firmato un accordo a costo zero con Telecom Italia e La7 per trasferire parte dei servizi già erogati dal portale Internet sulla nuova piattaforma. “La sperimentazione è durata 90 giorni ed è terminata il 31 dicembre”, riferisce il portavoce dell’amministrazione comunale, “il servizio prevedeva la possibilità di accedere alle due web cam di piazza San Marco, agli eventi e all’agenda del giorno e ad una serie di servizi a carattere informativo. In questa fase non era prevista una interazione del cittadino”.

Non si conoscono al momento le valutazioni della sperimentazione e nemmeno le intenzioni della amministrazione comunale che non ha ancora approvato il bilancio (non ci sono stanziamenti per ulteriori sperimentazioni) ed inoltre le elezioni della prossima primavera congeleranno per alcuni mesi il capitolo digitale terrestre.
Anche qui sono in tanti a sperare di rientrare nei finanziamenti ministeriali per ulteriore “ossigeno”.

Alessandro Biancardi

Link utili per approfondire:
www.CNIPA.gov.it – Centro nazionale per l’informatizzazione nella Pubblica amministrazione
www.dttlab.it/ – la sperimentazione a Torino
www.crcitalia.it – i Centri regionali di competenza
Forum PA

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Pubblicato il
16 mar 2005
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