Telecom costretta ai prezzi europei

Telecom costretta ai prezzi europei

Con clamoroso ritardo l'Autorità TLC finalmente impone al listino di Telecom Italia una riduzione graduale che servirà agli utenti per poter lasciare l'ex monopolista e affidarsi ad altro operatore. Soddisfatti i concorrenti
Con clamoroso ritardo l'Autorità TLC finalmente impone al listino di Telecom Italia una riduzione graduale che servirà agli utenti per poter lasciare l'ex monopolista e affidarsi ad altro operatore. Soddisfatti i concorrenti


Roma – L’utilizzo della rete infrastrutturale di Telecom Italia dal 2003 costerà meno agli altri operatori che, di conseguenza, potranno proporre più facilmente nuove offerte a quegli utenti di telefonia e connettività intenzionati a sganciarsi del tutto dall’ex monopolista.

Questo uno degli effetti della decisione presa nel fine settimana dall’ Autorità TLC . Una decisione che, sebbene arrivi con enorme ritardo rispetto alle dinamiche del mercato, sembra incontrare il favore degli operatori concorrenti di Telecom Italia. Ma ecco nello specifico di che si tratta.

L’Autorità ha deciso che le nuove tariffe di Telecom Italia, che dovrà pubblicare il listino 2003 ritoccato entro 30 giorni, scendano tra il 14,5 e il 18,6 per cento. Tutto questo grazie ad un meccanismo, denominato “network cap”, che dovrebbe rendere più rapida, dal 2004 in poi, l’approvazione del listino di interconnessione, i prezzi cioè praticati da Telecom agli altri operatori per l’uso della propria rete.

Per il 2002 sono “passati” i prezzi di Telecom Italia ma dal 2003 per i servizi voce si avrà un calo del 30 per cento circa rispetto al 2002, con un costo/utente di 7,68 euro contro i 10,79 del 2002. Di interesse anche la riduzione del 60 per cento nell’una tantum di attivazione dell’ultimo miglio, cioè della possibilità per l’utente di collegare il proprio impianto non più a Telecom Italia ma ad altro operatore: il listino scenderà da 81,86 euro a 32, un calo che si riverbererà favorevolmente sui costi per l’utente finale. Non è possibile oggi determinare quanto l’utente andrà a risparmiare ma appare certo che gli operatori concorrenti potranno dimostrarsi più “coraggiosi” nelle proprie offerte.

Sul piano tecnico va segnalato anche il calo rispettivamente dell’8 e del 6 per cento per l’SGU (cioè il collegamento urbano della linea, la parte più utilizzata della rete) e dell’SGT (il valore di massimo volume di traffico).

Secondo i commissari i criteri ai quali d’ora in poi dovrà ispirarsi Telecom Italia, dall’offerta 2003 in poi, comprenderanno una maggiore trasparenza dei costi e, soprattutto, l’ex monopolista non potrà prescindere dal miglior prezzo europeo, un dato al quale dovrà costantemente rifarsi.

La decisione dell’Authority è stata accolta con favore dagli altri operatori. Il boss di Fastweb, Silvio Scaglia, ha parlato di decisione “equilibrata” mentre Tiscali ha affermato che “pur con qualche ritardo” la scelta dell’Autorità è “ragionevole”. Renato Soru, il capo di Tiscali, ha anche sottolineato come la decisione sia “solo un primo passo per l’effettivo sviluppo del mercato dei servizi broadband”. “Infatti – ha detto – resta prioritaria la definizione dell’offerta all’ingrosso per bit-stream”, ovvero il prezzo al quale i concorrenti potranno accedere all’offerta di servizi a banda larga all’utente tramite doppino, ADSL in testa.

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Pubblicato il
3 mar 2003
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